Lunedì 30 Gennaio 2012 - Libertà
"Salome", amore e morte intrecciate
Al soprano svedese Helena Janzèn l'onere e l'onore di interpretare due momenti salienti di seduzione
piacenza - "In.. canto d'opera" alla Sala dei Teatini, a cura dell'Associazione "Nel pozzo del giardino", in collaborazione con la Fondazione Teatri, ha presentato Salome, libretto di Hedwig Lachmann, musica di Richard Strauss, in scena al Teatro Municipale, per la Stagione lirica, sabato 4 (ore 20.30 turno A) e domenica 5 febbraio (ore 15.30 turno B e fuori abbonamento). L'opera Salome, attesa al Municipale, è cantata in originale, secondo il libretto in tedesco, con sovrattitoli, realizzata in coproduzione dal Teatro di Bolzano con il Comunale di Modena e il Municipale. Vi sono impegnate due orchestre, l'Orchestra "Haydn" di Bolzano e la "Toscanini" Regionale dell'Emilia Romagna, dirette dal maestro Niksa Bareza, regia di Manfred Schweingkofler, noto al pubblico del Municipale per le sue originali messe in scena, come la più recente di Romeo e Giulietta, ambientata nel mondo dell'alta moda.
Anche per Salome, il regista del Teatro di Bolzano ha disposto un uso dello spazio scenico insolito, ponendo le orchestre dietro i cantanti, utilizzando la "buca" dove solitamente si pone l'orchestra, come parte della scena per farne la prigione dove sta condannato il profeta Jochanaan, per non dire troppo e togliere sorpresa al pubblico della messa in scena già applaudita a Bolzano dove l'opera ha debuttato nei giorni scorsi. La storia della giovane figlia di Erodiade, Salome, è presa dal Vangelo di Matteo e si intreccia con il ruolo profeta Giovanni, voce nel deserto annunciante la venuta del Salvatore e per questo imprigionato da Erode.
Vicenda particolarmente avvincente se narratori e musicisti sono stati attratti per rielaborarla, da Flaubert a Wilde, da Massenet a Strauss. Maria Cristina Romani ha brevemente riassunto la trama dell'opera, il libretto è tratto dal poema di Oscar Wilde. Salome, principessa figlia di Erodiade, è affascinata dall'esuberante Profeta, ma ne è respinta con determinazione. Erode a sua volta vorrebbe far sua la giovane, sedotto dalla sua provocante avvenenza, esaltata nella danza "dei sette veli": il prezzo è la testa del Profeta, servita su un piatto d'argento al desiderio della bella di poter baciarne la bocca. Erode si vendica dell'oltraggio facendo uccidere Salome.
Esemplari i disegni citati di Bardsley che illustrò l'opera di Wilde e la pittura del viennese Klimt. Il progettato intervento di più cantanti per realizzare l'ultima scena dell'opera non si è potuto realizzare per l'indisposizione del tenore Ko Kyunam. Il soprano Helena Janzèn, svedese, si è sobbarcato l'onere e l'onore di interpretare due momenti salienti di seduzione, prima con i soldati per ottenere di incontrare il Profeta nella prigione, infine, dopo che Salome ha danzato e ottenuto la testa dell'amato, di confrontarsi in un dialogo divenuto impossibile, dove amore e morte si intrecciano indissolubilmente: "Il mistero dell'amore - canta desolata Salome - è più grande del mistero della morte". Il maestro Mikael Nellborn, svedese, compositore e direttore musicale dell'Opera Ungskart, ha accompagnato il canto al pianoforte ed ha eseguito la "danza dei sette veli", brano che assume nell'opera una sua autonomia, opera nell'opera di grande rigore stilistico, mentre sullo schermo scorrevano immagini di interpreti del passato.
Prossimo appuntamento a introdurre l'opera Salome, giovedì (ore 17) al Ridotto del Teatro Municipale con Nicola Montenz "Questo è il vertice della sua arte".
Gian Carlo Andreoli