Domenica 12 Febbraio 2012 - Libertà
«Blaze, ricetta di divertimento»
Chris Baldock firma coreografie dello show oggi al Municipale
piacenza - Oggi alle 16, al Teatro Municipale la stagione di danza proposta da Fondazione Teatri di Piacenza si aprirà alla street e break dance con lo spettacolo Blaze, show firmato dal regista Anthony Van Laast. Lo spettacolo sarà preceduto alle 15 nel Ridotto del Municipale, da Invito alla danza, ovvero l'introduzione allo show condotta da Elena Cervellati, docente di Storia della danza all'università di Bologna. Tale presentazione sarà aperta a tutti coloro che vorranno saperne di più a proposito delle coreografie che hanno avuto straordinario successo in tutto il mondo, a partire dal loro celebre debutto a Londra, nel marzo 2010.
Fra gli aspetti che rendono Blaze uno spettacolo vincente, vi è l'unione di stili creati dagli artisti del genere hip hop, fra cui il coreografo Chris Baldock, che ha curato la creazione di spettacoli di street dance come Bounce, Starlight Express, Top of the Pops, The Brits, Mobo Awards, e ha inoltre diretto le coreografie per marche come Adidas, Nike, Levi's e Asics.
Chris Baldock ha risposto con grande disponibilità alle nostre domande.
Mr. Baldock, quale atmosfera era intenzionato a creare con «Blaze», che poi si è rivelato essere uno show applaudito a livello internazionale?
«Io e gli altri coreografi avevamo un obiettivo comune, ovvero quello di portare entusiasmo, eccitazione e, soprattutto, grande divertimento agli spettatori. Oltre a ciò, volevamo portare la street dance in teatro, luogo per tradizione sacralizzato e sancito quale sede dei pilastri della cultura coreografica, cioè il balletto: eravamo certi che questo binomio fra novità e tradizione sarebbe diventato il nostro asso nella manica».
A proposito del balletto, un coreografo come lei, così immerso nel mondo "fosforescente" della danza e cultura hip hop, che ne pensa a proposito del genere classico, intramontabile? Come lo vive da spettatore?
«Apprezzo il balletto, io stesso ho studiato danza classica in una compagnia e sono stato costretto ad interrompere quel percorso a causa di alcuni infortuni: amo tutti i generi coreutici, anche se penso che l'hip hop e la street dance siano fantastici, dal momento che il loro continuo mutamento, la costante nascita di loro nuove declinazioni li renda protagonisti nel mondo della danza ad oggi, nonché grandi accentratori di attenzione commerciale».
Quali pensa siano le caratteristiche essenziali per un ballerino sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista artistico per interpretare al meglio «Blaze»?
«Contrariamente a ciò che si può pensare, la street dance nasce da una profonda preparazione tecnica, quindi è importante essere un ballerino impeccabile e con esperienza nel teatro. Inoltre, ciascuno degli interpreti di Blaze proviene da un Paese del mondo diverso, dal momento che le nostre audizioni si sono svolte in tutta Europa, America, Brasile ecc., quindi la performance di questo show risulta perfetta dal momento in cui alla cosiddetta "persona di teatro", si aggiunge una forte componente individualistica: ognuno deve portare in scena tecnica e rigore ma, al tempo stesso, unicità di stile».
Qual è la sua opinione a proposito del mondo della danza italiano?
«Ho lavorato in Italia e precisamente a Milano negli anni Ottanta e ricordo che allora programmi televisivi come Fantastico portarono alla ribalta numerosi ballerini di grande bravura. Al giorno d'oggi, noto che questa atmosfera non c'è più: meno personalità rendono la danza italiana movimentata. Sempre a proposito del genere hip hop, ho notato che solo programmi come MTV vi lasciano spazio, mentre i teatri restano arroccati sulla tradizione ballettistica, quindi sono molto curioso di vedere l'effetto che avrà Blaze nei teatri di provincia, fra cui quello di Piacenza. Tuttavia, resto sempre piacevolmente colpito dall'alta qualità tecnica dei ballerini italiani».
Quali sono i suoi progetti creativi per il prossimo futuro?
«Vorrei creare una sorta di "hip hop circus", ovvero un Blaze in larga scala, nutrito da nuovi ballerini e nuovi stili, sempre più innovativi».
Diletta Rusca