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Lunedì 6 Febbraio 2012 - Libertà

«Clotilde di Savoia e Plon Plon: una coppia da rivalutare». Patrizia Debicke, ospite del Fai, ne ha parlato in Fondazione

piacenza - Al ruolo politico nell'ambito del nostro Risorgimento svolto da Napoléon Joseph Charles Paul Bonaparte, conosciuto come il principe Jérôme oppure con il soprannome di Plon Plon, ma soprattutto al rapporto che unì il cugino dell'imperatore Napoleone III alla moglie Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II, è stato dedicato l'incontro con la scrittrice Patrizia Debicke Van der Noot con cui si è concluso il ciclo "I sabati della storia", organizzato dal Fai (Fondo ambiente italiano), con il patrocinio del Comune di Piacenza, in occasione del 150° anniversario dell'unità d'Italia.
La conversazione, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, è stata introdotta dal neoinsediato capo delegazione Alberto Valentini e dal suo predecessore Domenico Ferrari Cesena. Nata a Firenze, Patrizia Vanni si firma con il cognome lussemburghese del marito, anche perché da tempo si divide tra il piccolo Granducato e l'Italia. Le vicende storiche del Lussemburgo si intrecciano pure con la storia del principe Jérôme, quando nel 1867, «anno che segnò inesorabilmente il progressivo declino politico internazionale di Napoleone III», si profilò una crisi che si risolse con la proclamata neutralità del ducato, già soggetto alla sovranità dei Paesi Bassi. Il mancato accordo tra Francia e Prussia su questo territorio di confine contribuirà però agli eventi dai quali scaturirà nel luglio 1870 la guerra tra i due Paesi, con la conseguente caduta di Napoleone III e la nascita della repubblica. Ci si avvicina così all'epilogo della vita parigina di Clotilde e del marito: i loro beni furono confiscati e la coppia si ritirò a Prangins, sul lago di Ginevra, mentre il castello di Meudon e la residenza di Palais Royal, testimoni di giorni felici, finirono vittime di incendi dolosi, che «ridussero in cenere la maggior parte degli arredi, alcune preziose collezioni private di Napoléon e tutta la sua biblioteca». Sposatisi in ossequio alla ragion di Stato che suggeriva pure il suggello di un matrimonio agli accordi segreti con i quali la Francia si impegnava a venire in aiuto al Piemonte nelle rivendicazioni contro l'Austria, la principessa sabauda e colui che era stato erede al trono d'Oltralpe trascorsero un'unione che Debicke giudica tutto sommato serena, nonostante le varie amanti che si alternarono al fianco di Plon Plon. Debicke, autrice di gialli storici ambientati nel Seicento editi da Corbaccio, ha spiegato di essere rimasta molto affascinata dalle figure dei due blasonati coniugi, che le hanno ispirato il romanzo storico Figlia di re, in attesa di pubblicazione. In Fondazione le loro biografie si sono ripercorse anche attraverso le immagini: ritratti ufficiali e fotografie scattate nel corso di eventi e viaggi. I principi raggiunsero il Nord Africa e Clotilde non esitò a solcare l'Oceano Atlantico, pur di stare accanto all'uomo di cui era innamorata, in una traversata dove inizialmente non erano previste presenze femminili. Raggiunsero così il Canada e gli Stati Uniti, Cascate del Niagara comprese. «Clotilde adorava viaggiare e, a detta di tutte le persone che li accompagnarono, come Maurice Sand o Maurice Dudevant, figlio di George Sand che li seguì nella lunga crociera americana, era una compagna di avventure ideale, sempre pronta ad affrontare gli imprevisti con una risata».

Anna Anselmi

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