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Domenica 5 Febbraio 2012 - Libertà

«All'estero per imparare, ma poi tornate»

Lazzari (Liuc di Castellanza): il nostro Paese ha una compattezza che altri non hanno

di MAURO MOLINAROLI
E' bella Sara, bella da lasciarti senza fiato anche se hai molti anni in più e tante stelle in meno. Sembra uscita da una canzone di Venditti: «Me ne voglio andare dall'Italia", dice quando viene sollecitata dal direttore di Libertà Gaetano Rizzuto, moderatore di una giornata gonfia di cose belle, di indicazioni che fanno capire quanto importante sia un percorso universitario serio, per avere consapevolezze nuove sulla giostra della vita. «Che senso ha - aggiunge Sara - vivere in questo Paese, dopo il liceo vorrei iscrivermi alla "Bocconi" e poi tenterò di inserirmi altrove; all'estero le cose vanno meglio, la società è organizzata in modo migliore». Sara è una dei tanti eroi del nulla, protagonisti all'Auditorium della Fondazione, di un convegno promosso dal Lions Club S. Antonino. Intervengono personaggi di primo piano: Valter Lazzari, rettore dell'Università Liuc di Castellanza, Mauro Balordi, direttore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Cesare Betti, direttore dell'Associazione Industriali e Flaviano Celaschi, docente della Facoltà di Design del Politecnico di Milano. Modera Gaetano Rizzato, direttore di Libertà.
A Sara risponde Valter Lazzari: «Lei ha molte certezze - commenta - le occorrerebbe qualche dubbio in più. Siamo un Paese che ha tanti difetti e tante storture, ma abbiamo una compattezza di fondo che altri non posseggono. Noi adulti ci parliamo addosso, non fatelo voi, per favore, coi vostri diciott'anni e la gioia dell'età verde». Già, viene in mente una poesia di Rimbaud, "L'età verde", guardando l'Auditorium, gremito di ragazzi che avranno un futuro migliore perché dietro a una crisi c'è sempre una rinascita. E allora, di chi è la responsabilità di orientare i giovani nei meandri dei troppi corsi di laurea, spesso fucine di disoccupati? Emergono spunti e proposte sull'accesso alle professioni intellettuali, su come muoversi nel mondo del lavoro oggi e coglierne le opportunità: «L'università - prosegue Lazzari - malgrado i momenti difficili, ha resistito mille anni perché è un'esperienza di vita che offre grandi opportunità di relazioni, aiuta a individuare obiettivi sempre nuovi. Penso che la nostra generazione non fosse più fortunata di quella odierna, credo piuttosto che oggi è necessario confrontarsi con il mondo globale, oggi si comunica in inglese ma dovremmo conoscere anche le lingue dei Paesi dell'Est del mondo. I giovani devono aprirsi al mondo e fare esperienze fuori dall'Italia, per migliorare la loro condizione, perché i ragazzi hanno la possibilità di migliorare la loro qualità della vita». Un ventaglio di opinioni nell'Italia della crisi e della formazione, questo è il convegno, tra l'importanza di un orientamento serio e un'università che sappia rispondere alle esigenze della società. Cesare Betti snocciola dati non sempre confortanti su una disoccupazione che investe soprattutto l'universo femminile dopo la scomparsa del tessile e di altri settori che storicamente hanno trainato l'economia piacentina: «Ci sono anche aziende - aggiunge - come la Dreanmec, che sono un punto di riferimento per i giovani e che ogni anno assumono stagisti provenienti dal mondo della scuola. Questo dovrebbe essere il modello e l'esempio».
Mauro Balordi sostiene che oggi è imprescindibile un'esperienza all'estero, che la doppia laurea è un'ottima opportunità. Flaviano Celaschi: «In questi anni abbiamo capito che occorre un "territorio di mezzo" che vada oltre la scienza e la cultura umanistica». Ada, studentessa del liceo linguistico Gioia si domanda perché siamo il Paese della "fuga dei cervelli", mentre Beatrice, anch'essa del Liceo Gioia, aggiunge che il professor Lazzari le ha aperto un mondo. Emilio Bolzoni, presidente di Confindustria Piacenza, fa autocritica: «Questi ragazzi dovrebbero essere rappresentati meglio, verso di loro occorrerebbe più attenzione». Ci sono anche il presidente della Provincia Massimo Trespidi e gli assessori alla formazione e al futuro di Comune e Provincia, Paparo e Castagnetti. E, parafrasando Luigi Tenco, per questi ragazzi un giorno dopo l'altro, la vita se ne va. Con molte domande e poche risposte; possono consolarsi però. Noi non stavamo meglio, anzi.

Mauro Molinaroli

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