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Domenica 5 Febbraio 2012 - Libertà

Gruppo Astrofili: in Fondazione Schiavi ha parlato della nascita del firmamento

piacenza - Il manto stellare che ci sovrasta è parte di un universo forse infinito, soggetto a equilibri instabili, governato da una fisica estremamente complessa. E lo studioso piacentino Gian Piero Schiavi ha delineato quell'affascinante materia in La nascita del firmamento, interessante seconda conferenza di Dal nulla al tutto: autobiografia di un universo, rassegna curata dal Gruppo Astrofili.
Nello stracolmo auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, sostenitrice dell'iniziativa, Schiavi ha ricostruito la genesi delle stelle con l'ausilio di originali foto. Quando l'universo aveva già un miliardo di anni accadde qualcosa di strano, di meraviglioso, in parte tuttora misterioso. Al termine della cosiddetta "età oscura" ammassi di materia per l'accentuata forza di gravità collassarono e, surriscaldati dalla fusione nucleare, crearono - non sappiano in che ordine - stelle e galassie che strutturarono poi il firmamento illuminato dai fotoni.
«L'universo prima era dominato dall'energia, poi dalla materia - ha spiegato il relatore - e a partire da questo momento gli astrofisici hanno più problemi. Gamow nel 1930 ebbe una brillante idea: il calore che c'era dopo il Big Bang non poteva scomparire». Wilson e Penzias nel 1964 «scoprirono l'eco, la radiazione di fondo. Sono andati a vedere com'era l'universo: all'inizio era perfettamente omogeneo, poi già 380.000 anni fa circa c'erano difformità perché la forza di gravità lavorava».
Il telescopio di Hubble «ha fatto cose grandiose guardando 10.000 galassie, vicine e lontane, più piccole e quindi più antiche, altre a spirale o - perché schiacciate dalla forza di gravità contrastata dalla forza centripeta - piatte». Le galassie si stanno muovendo, i radiotelescopi avvertono rumori strani: «la galassia di Andromeda sta venendo verso di noi, forse ci fonderemo senza scontri. Due galassie a spirale di solito ne formano una ellittica». Si è visto che molti gas «si stavano disponendo a filamenti intervallati da spazi vuoti. L'astrofisico Baade nel 1944 ha fotografato galassie irregolari con nubi, idrogeno, elio nonché "metalli" cioè 90 elementi generici».
Nell'ultima parte Schiavi ha ricordato gli studi sul sole di Kelvin dal 1860, di Bethe sull'idrogeno, i contributi dell'olandese Bok e poi accennato alla formazione delle stelle da nubi schiantate e dei pianeti per effetto dei gas compattati e che prima formavano il disco esterno delle galassie. Suggestive infine foto e considerazioni su nane bianche, stelle di neutroni, giganti e supergiganti rosse.

Fabio Bianchi

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