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Giovedì 26 Gennaio 2012 - Libertà

Prosegue oggi alle 17 all'auditorium della Fondazione, in via Sant'Eufemia, 12, il ciclo d'incontri sull'arte dell'incisione, attraverso conferenze a due voci in cui Salvatore Mortilla, docente e giornalista, introduce il profilo storico-critico di un grande artista, mentre l'incisore Bruno Missieri, docente di grafica all'istituto Gazzola, si addentra nelle caratteristiche della tecnica di volta in volta presa in esame

Piacenza

piacenza - Prosegue oggi alle 17 all'auditorium della Fondazione, in via Sant'Eufemia, 12, il ciclo d'incontri sull'arte dell'incisione, attraverso conferenze a due voci in cui Salvatore Mortilla, docente e giornalista, introduce il profilo storico-critico di un grande artista, mentre l'incisore Bruno Missieri, docente di grafica all'istituto Gazzola, si addentra nelle caratteristiche della tecnica di volta in volta presa in esame. Dopo aver analizzato le caratteristiche del bulino, oggi l'attenzione si sposterà sull'acquaforte, largamente utilizzata da Rembrandt, anche in concorso con altre tecniche. Celeberrima la cosiddetta Stampa dei cento fiorini, denominazione che ha dato luogo a varie spiegazioni, tutte sostanzialmente concordi nel confermare l'eccezionale ammirazione tributata fin dai contemporanei a questa scena sacra, ispirata al Vangelo di Matteo. Un capolavoro che l'artista olandese probabilmente si accinse a realizzare nel fatidico anno 1642, quello della rivoluzionaria Ronda di notte, ma segnato soprattutto dalla morte dell'amata moglie Saskia, giunta dopo la prematura scomparsa di tre dei giovanissimi figli della coppia. Abile sperimentatore, Rembrandt esplorò le possibilità espressive dell'incisione anche nei numerosi autoritratti, ma soprattutto nella resa di paesaggi rurali. Rispetto al bulino, che obbliga l'artista a incidere direttamente la superficie di metallo, l'acquaforte si basa sulla corrosione esercitata da un bagno acido sulla lastra di rame preventivamente trattata con una speciale vernice sulla quale vengono tracciati i segni con una punta.

Anna Anselmi

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