Domenica 22 Gennaio 2012 - Libertà
«Dürer, artista rinascimentale e intellettuale»
Successo in Fondazione per la prima conferenza con Missieri e Mortilla
piacenza - All'auditorium di Piacenza e Vigevano ha preso il via, con l'"esaurito", una serie di conferenze sull'arte dell'incisione, analizzata in quattro "tappe", focalizzando, di volta in volta, una specifica tecnica attraverso l'operato di un grande artista ritenuto in qualche modo esemplare rispetto al tema trattato. L'idea - ha spiegato l'incisore Bruno Missieri, docente di grafica all'Istituto Gazzola - è di fornire le principali indicazioni per potersi orientare nel mondo dell'incisione, un'arte verso la quale mancano spesso le fondamentali conoscenze, tanto che purtroppo perfino nei cataloghi di mostre e musei capita di incappare in erronee indicazioni didascaliche, relativamente al tipo di tecnica utilizzata. L'intento di Missieri, con la sua lunga esperienza non solo teorica, ma appunto calata nella pratica, è quello di aiutare il pubblico a capire se si trova davanti a un'acquaforte o a un'incisione a bulino, fino alle più recenti sperimentazioni. Perché l'incisione è un'arte antica, che comunque non ha mai smesso di innovarsi.
Insieme a Missieri, il docente e giornalista Salvatore Mortilla ha invece il compito di inquadrare storicamente e criticamente ciascuno degli artisti protagonisti delle conversazioni, che si sono aperte con l'incontro dedicato ad Albrecht Dürer, soffermandosi soprattutto sulla sua attività di incisore a bulino. Mortilla ha introdotto la "lezione" evidenziando le caratteristiche del pittore tedesco quale artista rinascimentale, che dunque aderisce al milieu culturale nel quale è l'uomo a conquistarsi una posizione centrale nell'universo. Nel lavoro del maestro di Norimberga questo aspetto risalta - ha messo in luce Mortilla - nella ricorrenza dell'autoritratto (Dürer ha dipinto sé stesso in più occasioni e in età diverse), nell'importanza del ruolo attribuito a sé in quanto artista e nella curiositas intellettuale, dimostrata dalla sete di conoscenza continua, dal desiderio di vedere luoghi lontani, che porterà il pittore a compiere importanti viaggi in Olanda e in Italia. Con il supporto di materiale iconografico, Mortilla ha quindi ripercorso una sorta di biografia pittorica dell'artista. Missieri, che aveva portato con sé una vecchia lastra incisa a bulino nel '600, la stampa che ne ha ricavato e un bulino, per far vedere quale fosse lo strumento di lavoro di Dürer (e di chi ancora oggi pratica questa arte), ha tratteggiato la figura dell'artista-artigiano-incisore la cui attività si colloca nel momento culminante della cesura tra mondo gotico e umanesimo italiano. In realtà Dürer utilizzò anche l'acquaforte e la xilografia, quest'ultima preferita nel caso di tirature maggiori perché consentiva costi inferiori. «Dürer spesso era anche editore di sé stesso, per cui sceglieva una tecnica invece dell'altra anche sulla base di considerazioni economiche» ha precisato Missieri. «Per la xilografia si avvalse anche della collaborazione di colleghi, le stampe a bulino sono invece tutte autografe». Il percorso proseguirà il 26 gennaio con la lezione su Rembrandt, il 3 febbraio su Francisco Goya, per concludersi il 9 febbraio su Picasso, sempre in Fondazione, con inizio alle ore 17.
Anna Anselmi