Giovedì 8 Luglio 2004 - Libertà
Ernani, l'idealista romantico di Verdi
L'opera inaugurerà sabato la stagione all'aperto del Castello di Vigoleno. Repliche il 15 e il 17 luglio. Giuliacci, Stoyanov e Anastassov: parlano le voci maschili
"La parte di Ernani, il protagonista dell'opera omonima che Giuseppe Verdi compose a poco più di trent'anni nel 1844, è una delle più difficili parti per tenore mai composte. Ci sono finezze vocali che derivano ancora da Donizetti. E c'è già, per converso, la personalissima scrittura di Verdi, che alla voce tenorile chiede risorse di duttilità, finezza e incisività che nessun altro compositore chiede in tale misura. Ma mi sento prontissimo ad affrontare Ernani al castello Vigoleno, cinque anni dopo averla cantata per la prima volta, perché il mio maestro Carlo Bergonzi dice che la mia è "la vera voce verdiana". E se lo dice lui, che è stato il più grande interprete di Verdi nel Novecento…".
Così parla il tenore Piero Giuliacci, protagonista accanto al soprano Katia Pellegrino, al baritono Vladimir Stoyanov e al basso Orlin Anastassov, dell'allestimento di Ernani prodotto dalla fondazione Arturo Toscanini che sabato alle 21.30 (con repliche giovedì 15 e sabato 17 alla stessa ora e con un'anteprima a inviti questa sera, sempre alle 21.30) inaugurerà la stagione lirica all'aperto del Castello di Vigoleno, organizzata con Provincia e Comune di Vernasca.
Il maestro Gunter Neuhold dirigerà l'Orchestra Toscanini, mentre la messa in scena è del regista Riccardo Canessa. Fra i comprimari del cast vocale ci sono due presenze piacentine: il basso villanovese Davide Baronchelli (Jago) e il Coro del Teatro Municipale diretto da Corrado Casati.
L'orgogliosa sicurezza di Giuliacci può sembrare temeraria solo a coloro che non conoscono la voce emozionante del tenore romano, che tra il '91 e il '97 ha vinto i concorsi "Battistini" (c'era in giuria l'attrice Franca Valeri, un'intenditrice come pochi), "Del Monaco" e "Puccini International" e che nel 2000 ha cantato al nostro Municipale uno stupendo Lohengrin in italiano. "Anche se la mia opera preferita resta La Bohème di Puccini - dice Giuliacci - Verdi è l'autore che sento più congeniale al mio stile, plasmato dalla lezione del grande Aureliano Pertile e di Bergonzi".
Ernani, nobile e generoso ribelle nella Spagna del Cinquecento, congiura contro il giovane re Carlo V, che è suo rivale anche nell'amore della giovane Elvira. Carlo è qui interpretato dal baritono bulgaro Vladimir Stoyanov, un cantante di notevole classe internazionale che ha fatto anche una Forza del Destino alla Scala nei panni di Vargas ed è stato un ottimo Riccardo nell'audace Ballo in maschera messo in scena da Pier Luigi Pizzi a Piacenza Expo lo scorso Carnevale. "Adoro Verdi - dice Stoyanov, che cita Piero Cappuccilli come modello - ma voglio aspettare la maturità vocale prima di affrontare i grandi ruoli di Rigoletto, Nabucco e Boccanegra. Alla parte di Carlo, però, non ho saputo resistere: la sua aristocratica dolcezza, la sua effusione nel registro alto sono qualcosa di splendido ".
Il "terzo uomo" del dramma è il conte Ruy, anch'egli innamorato di Elvira: da lui Ernani, che gli deve la vita, si lascerà volontariamente uccidere. A interpretarlo sarà Orlin Anastassov, giovanissimo basso bulgaro dalla carriera ormai stellare (farà presto il Requiem di Verdi a Lipsia con Riccardo Chailly) che l'anno scorso, nel Macbeth a Vigoleno, ha sbalordito il pubblico con la sua voce torreggiante, che a molti ha ricordato quella del suo connazionale Nicolai Ghiaurov: "E' il mio modello - conferma Anastassov - insieme con l'altro grande bulgaro Boris Christoff e con Cesare Siepi. Ho già molti grandi ruoli verdiani in repertorio, incluso Filippo II, ma apprezzo il personaggio di Ruy anche per la sua finezza psicologica, quel senso dell'onore che coesiste in modo misterioso, ma non contraddittorio, con la sua gelosia". Chiediamo anche a Giuliacci quale sia la sua "visione teatrale" di Ernani.
"Ernani, in un certo senso, sono io - è la risposta - Sento di somigliargli: ho un temperamento romantico, sentimentale, idealista. E poi, da bravo Scorpione, dentro di me sono un guerriero. Devi diventarlo, se fai il cantante lirico: un mestiere che è una guerra continua. Oggi più che mai, perché l'opera lirica sta perdendo il suo pubblico".
Intravede qualche rimedio? "Solo nella formazione dei giovani artisti. Oggi tanti giovani cantanti vengono illusi da gente che, al primo successo, fa credere loro di essere dei fenomeni. Occorrono maestri che facciano capire ai giovani che il canto lirico è un sacerdozio, una scelta monastica: una vita di studio, di lavoro, di umiltà, di pazienza. Per creare il pubblico di domani, occorrono gli artisti di domani".
Alfredo Tenni