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Mercoledì 26 Ottobre 2011 - Libertà

Il violino di Zukerman vola tra i "Cherubini"

Pinchas solista e sul podio. Apertura in grande della Concertistica al Municipale

di ELEONORA BAGAROTTI
Se la Fondazione Teatri, organizzatrice della stagione concertistica 2011/2012 del Teatro Municipale di Piacenza, si è posta l'obiettivo di offrire al pubblico un avvio di programmazione a effetto drammatico, istrionico e classico ma dal sapore orientale, allora è riuscita nel suo intento, l'altra sera.
Primi protagonisti in palcoscenico l'Orchestra giovanile "Luigi Cherubini" diretta da Pinchas Zukerman, sicuramente uno dei migliori direttori d'orchestra che Piacenza ha avuto modo d'applaudire, il quale si è esibito anche al violino solista, dimostrando che i musicisti del suo calibro riescono a rendere il meglio assumendo svariate forme, che insieme confluiscono in un bagaglio musicale di portata notevole. Questo è stato uno dei motivi che ha dato tangibile soddisfazione agli spettatori, che hanno applaudito con soddisfazione il denso programma: un'incursione puntuale e lieve partita (a livello temporale) da Mozart con il celeberrimo Concerto n. 5 in La maggiore per violino e orchestra K 219 e l'orecchiabile Sinfonia n. 40 in Sol minore K 550. Ed è proprio in questa proposta settecentesca che è emersa la freschezza di suoni orchestrali, con un solista in formissima e "di peso" nel Concerto in La maggiore e perfettamente a suo agio quando i gesti, la bacchetta e le espressioni facciali lo mettevano in contatto con i "suoi" ragazzi.
Già, perché quel che più ha colpito è stato proprio il rapporto tra il maestro e gli "allievi". Zukerman è un artista con lo sguardo verso il futuro, basti pensare al suo impegno alla Manhattan School of Music di New York City, dove ancora si respira l'aria di libertà espressiva lasciata in eredità da Leonard Bernstein e da altri "leoni" del podio e della partitura. ll suo profilo innovativo e sperimentale lo ha portato a inventare l'uso di apprendimento a distanza della tecnologia delle arti. Più facce di un solo spirito hanno danzato nell'esecuzione mozartiana, regalando momenti di stupore.
Altro discorso per Beethoven, che rappresentava l'altra punta eccelsa del programma con l'Ouverture dell'Egmont, piuttosto sostenuta, sebbene ricordiamo interpretazioni più "mature" e persuasive oltre l'intenzionalità. L'Egmont, non a caso, è un'opera che sin dalla sua introduzione ci presenta un universo impegnativo, di quelli che chi esegue dovrebbe interiorizzare per poi tramutarlo in efficace visione. Definire l'opera beethoveniana un insieme di "musiche di scena" è infatti corretto da un lato ma riduttivo dall'altro, se non ci si avvicina con passo sicuro sin dentro l'universo di Goethe, che narrò il sacrificio del conte per amore della sua patria olandese quando il duca d'Alba attuò la repressione spagnola. Era la seconda metà del Cinquecento ma la vicenda, nel 1810, fece vibrare con forza le "corde" dell'animo beethoveniano, che percepiva i valori del sacrificio umano come atti eroici ed elevava la sua straordinaria musica per onorarli. Sulla stessa lunghezza d'onda del grande drammaturgo tedesco, il quale non mancò di entusiasmarsi per il contributo elegiaco di Beethoven, definendolo un genio. Il tutto, sullo sfondo di quel movimento chiamato Sturm und Drang, in cui l'elemento passionale diviene linfa di ogni campo artistico.
Ecco, dunque, la necessità di proporre l'Ouverture con maggiore singolarità, con ritmiche meno "scivolate" in certi punti e dinamiche meno "slegate". É però comprensibile che un'orchestra giovanile, pur composta da talenti di indiscussa portata, spicchi soprattutto per energia e debba approfondire quella comprensione e tramissione di "senso" che solo la maturità può aggiungere al talento.
L'atmosfera al Municipale è stata coinvolgente anche per la dedica a Roberto Mori, responsabile dell'ufficio stampa del teatro e della "Cherubini", recentemente scomparso. Mori era solito annunciare con la sua voce profonda l'apertura di stagione. Nell'intervallo erano in tanti a condividere un ricordo toccante del loro caro "amico della musica".

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