Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
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Sabato 29 Ottobre 2011 - Libertà

Bruzzi, l'amicizia con i macchiaioli

Nella nuova sede espositiva della Fondazione di Piacenza e Vigevano quadri del periodo fiorentino

di ANNA ANSELMI
Un piccolo olio su cartone, di 21 centimetri per 14, che raffigura un pastorello seduto dipinto da Stefano Bruzzi (1835-1911) è rimasto a lungo nello studio di Telemaco Signorini (1835-1901) a testimoniare l'amicizia tra i due sperimentatori della pittura di "macchia". Curiosamente non è ben chiara la biografia del pittore piacentino proprio in quello scorcio del settimo decennio dell'Ottocento in cui si aprì e si chiuse la fulminante esperienza dei macchiaioli. Si sa che comunque Bruzzi visse a Firenze per due decenni, dal 1875 al 1895, prima di tornare definitivamente a Piacenza, ma contatti con l'ambito toscano sono documentati anche in precedenza.
Un'altra data importante è il 1854, che coincise con la partenza per Roma, dove si trattenne per quattro anni, stringendo una solida amicizia con Nino Costa, che influirà sull'adesione alla "macchia" di Giovanni Fattori. Proprio con l'attività del soggiorno romano inizia il percorso della mostra Stefano Bruzzi. Un macchiaiolo tra Piacenza e Firenze, che è stata inaugurata ieri a Palazzo Rota Pisaroni, sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano, e si potrà visitare, a ingresso libero, fino al 19 febbraio. Accogliendo nel salone d'onore i numerosi intervenuti, il presidente della Fondazione, Giacomo Marazzi, ha ricordato come l'ente di via Sant'Eufemia abbia voluto festeggiare il ventennale della sua costituzione con due eventi: il concerto di Riccardo Muti, lo scorso luglio, con una finalità umanitaria a favore delle missioni in Kenya, e un'iniziativa di carattere artistico, la mostra di Stefano Bruzzi, che ha coinciso con il varo di un nuovo spazio espositivo a disposizione della comunità.
Nel 2011 ricorre il centenario della morte del pittore, commemorato dunque con due mostre complementari: quella allestita alla Galleria d'arte moderna "Ricci Oddi", sulla poetica della neve, e l'itinerario a Palazzo Rota Pisaroni lungo quarant'anni di attività bruzziana, attraverso una selezione di opere che confermano la coerenza di temi in una visione sensibile e attenta della natura.
I curatori, Andrea Baboni e Leonardo Bragalini, hanno condotto nel cuore della mostra, che da una parte riassegna a Bruzzi il suo posto nell'ambito dell'antiaccademica rivoluzione dei macchiaioli, dall'altra sottolinea i forti legami con il territorio attorno a Roncolo di Groppallo, soggetto privilegiato in modo assoluto dall'artista. Marazzi ha ringraziato quanti hanno reso possibile l'iniziativa, in particolare i curatori, le gallerie e i collezionisti privati, la Galleria d'arte moderna "Ricci Oddi" con il presidente Vittorio Anelli, Franco Rondelli di Pentagono allestimenti, il consiglio d'amministrazione e lo staff della Fondazione, con una menzione speciale per Tiziana Libè che si è occupata del coordinamento organizzativo. Il catalogo è pubblicato da Tipleco. Un cortometraggio diretto da Tommaso Ferrari, riprese e montaggio di Gianni Cravedi, propizia un viaggio nell'alta Valnure, per ritrovare oggi i luoghi raffigurati nei dipinti. Nel commento di Ferdinando Arisi riaffiorano i riti della campagna, i contrasti sociali del XIX secolo, le usanze contadine. Lo storico dell'arte suggerisce inoltre un confronto tra Bruzzi e il più giovane Francesco Ghittoni (1855-1928), che dipinsero a Piacenza nello stesso periodo, forte di una fortuna che oltrepassava i confini locali il primo; tormentato e tribolatissimo il secondo.

ANNA ANSELMI

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