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Domenica 30 Ottobre 2011 - Libertà

Rivergaro: primi anni del ‘900 tra storia, cultura e forti valori.

Nel libro di Pier Luigi Carini ricostruita la vita del paese fino alla fine della Grande guerra attraverso i giornali. «Comunità unita e solidale»

di NICOLETTA NOVARA
rivergaro - Forse, neppure lui sapeva quanta ricca umanità avrebbe scovato nella storia della sua gente e di quel territorio rivergarese a cui ha dedicato quattro anni di ricerca. Lui, l'autore, è Pier Luigi Carini mentre l'opera, freschissima di stampa, si intitola "Il territorio di Rivergaro dal 1900 alla Grande Guerra". Quattro anni per descriverne diciannove e per posare il primo mattone di un grande lavoro di ricostruzione, conoscenza e comprensione del proprio passato. L'intento di Carini, infatti, è soprattutto quello di destare interesse nei suoi concittadini, far comprendere loro quale enorme patrimonio stanno lentamente perdendo. «I rivergaresi - afferma l'autore - sono una comunità e in quanto tale devono lavorare insieme per favorire lo sviluppo del loro territorio. È fondamentale tornare a pensarci come comunità e magari ritrovare anche un po' di quell'umanità che hanno avuto i nostri antenati, quietando quel cinismo che ci indebolisce». Lo dice senza presunzioni e ricordando subito i compagni di questo viaggio: il Centro di Lettura, la famiglia Fornaroli che ha finanziato parte del libro e la Fondazione di Piacenza e Vigevano che ha pensato al resto. I ringraziamenti si fanno espliciti nelle prime pagine del libro. Un libro che si rifà ad un tempo lontano e che non conserva testimoni oculari. Quali fonti allora hanno guidato questa ricostruzione storica? La risposta è semplice: i giornali. Carini si è affidato agli occhi e alle capacità descrittive dei cronisti dell'epoca, ma anche agli archivi. Quello che ha scovato è stato sorprendete. «È tutto scritto - dice Carini - basta avere la voglia di tuffarsi in quegli archivi, di rileggere le pagine dei quotidiani e dei settimanali dell'epoca. È difficile capire quanta fosse la ricchezza dei giornali in un periodo in cui la maggior parte della popolazione non sapeva né leggere né scrivere. Eppure è così. Oltre a Libertà anche Il Progresso (poi inglobato da Libertà), il Nuovo Giornale, La Favilla, Il Lavoro, Piacenza Nuova e La Voce Proletaria avevano tutti dei corrispondenti a Rivergaro». Carini ha quindi compiuto un lavoro accurato di reperimento prima e di confronto poi tra le varie fonti cercando di costruire un quadro oggettivo delle vicende che facevano sussultare il paese in quegli anni. Immediata la sorpresa di fronte a talune scoperte: «Ho saputo che disgrazie lontane da Rivergaro, come il terremoto di Messina, colpivano profondamente il sentimento popolare tanto da creare moti di solidarietà che sfociavano in raccolte di fondi fra gente certamente non benestante. Anche le manifestazioni culturali erano notevoli e seguitissime come la compagnia di Domenico Rame fermatasi a Rivergaro col suo spettacolo per tre mesi nel 1911. I cronisti raccontano una Casa del Popolo sempre gremita». La storia nel libro di Carini prosegue, e siamo proprio noi nel presente ad avere il compito «Di valorizzare e proteggere queste piccole ma importanti perle del passato, per illuminare il presente, guardando al futuro».

NICOLETTA NOVARA

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