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Mercoledì 26 Ottobre 2011 - Libertà

PoliPiacenza, direttore a titolo gratuito

Discussione sull'associazione che promuove l'attività dell'ateneo. Fellegara: le sue facoltà esprimono le specificità locali

Marchesi: «Sin qui mai ricevuto un euro». Le modifiche statutarie aprono ai compensi

«Un direttore stipendiato? Io posso solo dire di non aver mai ricevuto un euro. E con questo intendo neanche un rimborso spese». L'ipotesi che lunedì aveva scaldato i consiglieri provinciali, pronti a discutere le modifiche proposte allo statuto dell'associazione per lo sviluppo del polo di Piacenza del Politecnico di Milano, non trova riscontro nelle tasche del futuro direttore del PoliPiacenza, il professor Renzo Marchesi, come emerso ieri nel corso della commissione consiliare del Comune che ha esaminato la stessa pratica. Un direttore ancora da ufficializzare, per il quale, nel nuovo statuto, non si fa accenno a cariche retributive. È certo, invece, che non sarà pagato il revisore dei conti (un fatto inaccettabile per la Provincia, minoranza e maggioranza unite).
«Abbiamo lasciato aperto il caso del compenso del direttore senza precisarlo nello statuto per dare spazio, in futuro, anche a questa eventualità», ha spiegato l'assessore Anna Maria Fellegara, «di certo non intendevamo parlare di compensi faraonici, ma non possiamo neppure svalutare l'operato di questa figura». Fellegara rimarca così l'importanza strategica di un'associazione, formata da Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune, Provincia, Regione, Cciaa, Confindustria, capace di tenere sul territorio quelle facoltà che «esprimono le specificità piacentine, penso al settore energetico o meccanico».
Sono dieci gli anni del politecnico a Piacenza. Tanti, da un certo punto di vista, ma pochi nei tempi delle ghigliottine delle manovre finanziarie, che segnano le sorti di tante neonate sedi universitarie decentrate. Eppure, alla proposta di Giovanna Calciati (Pd) di inoltrare al ministero un ordine del giorno per chiedere che il politecnico di Piacenza (quasi 300 immatricolati tra architettura e ingegneria) non si tocchi, è Marchesi a replicare che «noi ci siamo sempre attenuti a parametri tali che ci garantissero di restare al di fuori tagliola del ministero». Di più. «Ho avuto rassicurazioni dal rettore, Giovanni Azzone, sul fatto che tutte le sedi resteranno aperte».
Carlo Mazza (gruppo misto), Giovanni Botti (Pdl), Maria Lucia Girometta (Pdl) chiedono quanti soldi metta nel piatto del PoliPiacenza il Comune, in qualità di socio fondatore. «Il contributo del 2011», annota Fellegara, «è di 115mila euro. L'anno scorso abbiamo dato 140mila euro. La Fondazione quest'anno ha dato a PoliPiacenza 400mila euro, la Regione 200mila, la Camera di Commercio 60mila, la Provincia 40mila, Confindustria 30mila».
La notizia più attesa dagli studenti riguarda la gestione unica di due bar che sono stati messi a gara per le sedi del Politecnico (ex macello e "Caserma della neve"). Giulia Piroli (Pd) sollecita una migliore accoglienza da stradone Farnese. «Un mio ricercatore ha chiesto in stazione dove fosse il Politecnico ed è stato mandato in via Chiapponi, dobbiamo lavorare ancora sull'informazione», dice Marchesi.
«Un'università non resta in un territorio se non ci sono le condizioni - conclude il docente -. Negli anni siamo riusciti a crearle, noi ci crediamo. Il direttore di PoliPiacenza cercherà di tenere il collegamento tra l'associazione e l'amministrazione del Politecnico». Per esserne sicuri, e potenziare, Marchesi conclude dicendo che «sono stati banditi concorsi per sette docenti. Perché svolgano la loro attività principalmente a Piacenza».

Elisa Malacalza

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