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Domenica 6 Novembre 2011 - Libertā

In mostra i tesori di San Sisto rientrati dall'America

Oggi l'inaugurazione a Palazzo Farnese seguita da una visita guidata e dalla celebrazione dei Vespri

piacenza - I tesori di San Sisto sono tornati a casa. Almeno alcuni di essi. Sono 8 dei 14 corali appartenenti al monastero soppresso in epoca napoleonica i protagonisti di una bella mostra, intitolata appunto I corali benedettini di San Sisto a Piacenza, che verrā inaugurata oggi pomeriggio alle 17 nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese dal sindaco Roberto Reggi, dalla soprintendente per i Beni librari e documentari della Regione Emilia Romagna, dal direttore dell'Ufficio Beni Ecclesiastici della Diocesi di Piacenza-Bobbio don Giuseppe Lusignani e dalla curatrice Milvia Bollati, chiamata a condurre una visita guidata dopo l'inaugurazione. A seguire, nella chiesa di San Sisto alle 18.30, sarā la celebrazione dei Vespri secondo i testi e le melodie dell'Antifonario 4 "In festo Sancti Xysti. In II Vesperis" alla presenza del vescovo monsignor Gianni Ambrosio e della Cappella musicale della Cattedrale di Lodi guidata da don Piero Panzetti e accompagnata dall'organista Elvira Soresini.
L'esposizione, allestita nei locali sotterranei della Cittadella Farnesiana e resa possibile grazie all'impegno congiunto di Comune, Istituto per i beni culturali della Regione, Ente Farnese, Diocesi, Parrocchia di San Sisto, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Camera di Commercio e Groupama, si compone di preziosi manoscritti miniati dispersi dal 1810 e conservati, fino a tre anni fa, presso la Hispanic Society of Art di New York: nel novembre del 2008 i corali sono stati messi all'asta da Christie's di Londra e qui acquistati da un privato che ha proposto all'amministrazione comunale di allestire la mostra.
L'esposizione rappresenta un'occasione straordinaria per la cittā, come dimostreranno anche le visite guidate estese al complesso di San Sisto per un collegamento non solo ideale tra i manoscritti e il luogo originario: la chiesa, nelle sue forme attuali, si deve infatti alla volontā dei benedettini che, insiedatisi nel monastero nel 1425, ne affidarono la ricostruzione all'architetto Alessio Tramello.
Contemporaneamente i monaci provvidero anche alla realizzazione del coro ligneo e alla commissione della Madonna Sistina di Raffaello, sostituita poi con una copia dell'Avanzini dopo la vendita dell'originale nel 1754 ad Augusto III di Polonia: e se č proprio la "memoria dell'assenza" di questo capolavoro a far "soffrire" i piacentini, c'č da credere che, almeno in parte, una soddisfazione possa venire da questi altri tesori "di famiglia" tornati finalmente a casa.

Betty Paraboschi

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