Martedì 1 Novembre 2011 - Libertà
Quei bersaglieri che portano scompiglio: gli attori di Pianello divertono il President
piacenza - A la bersagliera doveva suonare invito "di corsa" al Teatro President, per il secondo appuntamento della Rassegna di teatro dialettale "Luigi Poggi", organizzata dalla Famiglia Piasinteina con il patrocinio di Fondazione di Piacenza e Vigevano e dell'Amministrazione provinciale. Così non è se le proposte, troppe, si sovrappongono nella stessa sera. Il rinnovato fervore di attività di teatro anche in dialetto dovrebbe trovare un momento di coordinamento necessario, al fine di evitare inutile e poco produttiva concorrenza.
A la bersagliera, commedia brillante in tre atti di Pitteri e Zilieri, di trama semplice, proposta in più occasioni e da Gruppi filodrammatici diversi, è di sicuro divertimento. La Compagnia di Pianello Valtidone Povar lucc, nome in ditta fin troppo autoironico, è attiva dal 1998, nata come gruppo parrocchiale impegnato a tener vivo il dialetto locale. Ai piacentini del sasso suona "arioso" l'accento più aperto, quel "mi e ti" tipico dell'area di Valtidone, tuttavia di bel colore e arguzia. Squilli di tromba annunciano l'arrivo in paese di una compagnia di Bersaglieri, di giovani soldati sempre di corsa con la piuma sul cappello, a portare scompiglio nel cuore delle zitelle, ma ancor più a ridestar lo «spirito di corpo» di don Giuseppe, già cappellano combattente, sottoposto al parroco don Gaetano, di ortodossa disciplina. Tutta la vicenda gravita attorno ai due preti di diversa veduta e temperamento, messi in imbarazzo da Gemma, la nipote del parroco che segretamente se l'intende con il bel Bruno, un giovane senzadio proletario e rivoluzionario. Compare, infatti, Bruno, con un anacronistico fazzolettone rosso al collo a invocare l'aiuto di don Giuseppe, prete di manica larga, in verità di gran cuore e pratico a capire le situazioni, anche le più disgraziate. Sulle spalle del curato saltellante come un grillo, si riversano le pene di tutti, i progetti di matrimonio dello zio don Gaetano e della signora madre di Gigiotto, giovane benestante però sempliciotto, destinato d'autorità al matrimonio con Gemma. Non valgono i sussulti di perbenismo del parroco, la sua dichiarata ostilità verso il giovane uccellatore Bruno. Gemma il fatto l' ha compiuto e il frutto matura e don Giuseppe, segretamente, l' ha benedetto, unendo i due giovani in santo matrimonio.
Gli attori della Compagnia pianellese, guidati da Maria Grazia Degiacomi, con i costumi di Angela Bersani, e il valido sostegno del suggeritore Andrea Braghieri, hanno dato vita alla comiche situazioni, girando attorno al vispo don Giuseppe brillante a trovare le soluzioni. A Michele Albertini, in nero abito fin troppo largo, oltre che di manica, va dato merito d'aver impresso ritmo a tutta la vicenda. Bene il più composto don Gaetano reso da Luigi Dalla noce e tutti gli altri, gli acerbi "Gemma e Bruno" di Valentina Gattoni e Simone Braga, Barbara Mito, una pia Clarina, con il biondo Riccardo Cremona, sacrificato come "Gigiotto" e ancora Monica Pietrasanta, "perpetua Celestina", e il cammeo di Maria Grazia Degiacomi, come "mamma Rita".
Gian Carlo Andreoli