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Mercoledì 2 Novembre 2011 - Libertà

L'autore della "Sacra Famiglia" è un pittore fiorentino del '500

Domeniche al Farnese: pressoché certa l'attribuzione del dipinto



La presentazione del dipinto "Sacra Famiglia con San Giovannino" e il concerto nella ...
piacenza - Non si è ancora arrivati a un'attribuzione, ma qualche certezza in più è stata avanzata sul dipinto Sacra Famiglia con San Giovannino, proveniente dalla collezione del cardinale Silvio Oddi e depositato ai Musei Civici dal pronipote John Oddi. Il consueto incontro delle Domeniche a Palazzo Farnese dedicato all'approfondimento di aspetti del patrimonio museale ha dunque portato all'attenzione il quadro con cui inizia il percorso di visita della Pinacoteca.
A illustrare lo stato delle ricerche ha provveduto Francesca Fabbri, di Cesena, laureatasi in storia dell'arte all'Università di Bologna e che, durante uno stage al Farnese previsto nel corso di specializzazione svolto sotto la guida di Daniele Benati con una tesi sugli affreschi medievali della basilica di San Francesco, si è occupata dei testi per il sito internet dei Musei Civici prossimamente online e per le audioguide, oltreché delle nuove didascalie del museo delle carrozze, in collaborazione con la direttrice Antonella Gigli.
Per quanto riguarda l'olio su tavola, finora genericamente ascritto all'ambito toscano del XVI secolo, Fabbri ha precisato che adesso si può circoscrivere il periodo di realizzazione dell'opera, da parte di un artista fiorentino, tra il 1520 e il 1527. «In assenza di documenti, mi sono potuta basare soltanto sull'analisi stilistica» ha premesso Fabbri. «Alla Toscana rimandano la campagna sullo sfondo e il tipico casolare. Per quanto riguarda la posa dei bambini che si abbracciano c'è invece un riferimento diretto a un dipinto di Fra' Bartolomeo del 1520, che a sua volta riprendeva un'immagine di Raffaello. Lo schema piramidale della composizione è di matrice leonardesca, ma nel caso del quadro al Farnese i riscontri conducono piuttosto al Maestro dei paesaggi Kress, personalità studiata da Federico Zeri e poi identificata con Giovanni Larciani, il quale morì nel 1527».
Il dipinto è stato depositato da John Oddi (rappresentato domenica dalla sorella Maggie) nel 2003, dopo aver sostenuto le spese per il restauro, eseguito da Davide Parazzi. Il restauratore arquatese Gian Carlo Sesenna ha ricordato di essere intervenuto sul quadro nel 1982: «Probabilmente per il calore, si era dilatato il giunto tra le tavole che ho riaccostato» ha spiegato il restauratore che, pescando nella memoria, ha rievocato anche un'informazione fornitagli dal porporato piacentino: «Il cardinal Oddi mi aveva detto di aver ricevuto in dono il quadro dal cardinal Ratzinger, il quale lo aveva acquistato su un mercatino di antiquariato nella capitale. L'opera proveniva da una chiesa di Roma dall'intitolazione mariana».
L'iniziativa, organizzata dal Centro italo-tedesco Goethe Zentrum, presieduto da Milena Tibaldi Montenz, si è conclusa con l'applaudito concerto di Lieder di Gustav Mahler interpretati nella Cappella Ducale, nell'anno che celebra il centenario della morte del celebre compositore, dal tenore Marcello Nardis, accompagnato al pianoforte da Dario Bonucelli. Tra i brani, anche Wer hat dies Liedlein erdacht? e Trost im Unglück, la cui prima si era tenuta ad Amburgo il 27 ottobre 1893, come annotato dallo stesso Mahler in una lettera all'amico Richard Strauss, pubblicata nel libro Il cammino parallelo, Archinto, presentato all'auditorium della Fondazione.

Anna Anselmi

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