Giovedì 3 Novembre 2011 - Libertà
Da Ciaikovskij a Rachmaninov
Sabato al Municipale anche la "Suite" di Carrara in prima assoluta. concertistica Di scena la Filarmonica Toscanini diretta da Mantanus col pianista russo Stanev
piacenza - Con una prima esecuzione assoluta di un brano composto proprio quest'anno da un giovane compositore italiano, si apre il secondo concerto della stagione della Fondazione Teatri di sabato prossima al Teatro Municipale alle 20.30. Si tratta della Suite Sinfonica "Tales from the underground" del friulano Cristian Carrara ispirata ai Racconti dal sottosuolo di Dostoevskij: un lungo adagio dove tra i contrappunti emerge una calda melodia "italiana".
Protagonista della serata la Filarmonica Arturo Toscanini guidata dal direttore svizzero/belga Matthieu Mantanus già assistente di Giuseppe Sinopoli, collaboratore di Lorin Maazel; una personalità che alterna gli impegni direttoriali a quelli inerenti alla divulgazione delle musica; infatti ha scritto recentemente per Feltrinelli il libro Una giornata eroica, per raccontare Beethoven ai ragazzi.
Dopo il brano di Carrara, la serata prevede l'esecuzione del Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra di Rachmaninov, che sarà eseguito dal pianista bulgaro Vesselin Stanev già premio speciale al Concorso Cajkovskj di Mosca; nella seconda parte la Sinfonia n. 2 di Ciaikovskij per una serata tutta dedicata alla Russia alla sua cultura letteraria e musicale.
Momento centrale della serata è sicuramente l'esecuzione del Concerto n. 3 composto da Rachmaninov nel 1909, uno dei più amati ed eseguiti concerti del repertorio per pianoforte e orchestra. Recentemente è noto presso il grande pubblico anche come Rach 3, in realtà questa dicitura non è mai stata diffusa in Europa ed è divenuta popolare solo dopo il successo del film del 1996 Shine.
Concerto d'impostazione tardo-romantica, dalle affascinanti melodie, magniloquente nell'espressione, deve una parte della sua fama alla sua grande difficoltà esecutiva, in quanto richiede al solista una solidissima tecnica virtuosistica e molta resistenza. Infatti, sebbene i singoli episodi pianistici, pur mediamente molto impegnativi sulla scia del virtuosismo trascendentale tardo-ottocentesco d'ispirazione lisztiana, non raggiungano singole vette di insostenibile difficoltà tecnica, la loro somma nell'insieme, la costante e quasi ininterrotta presenza del pianoforte, la sua spiccata evidenza rispetto alla tessitura orchestrale e la notevole lunghezza ne fanno nel complesso uno dei più impegnativi concerti dell'intero repertorio pianistico; probabilmente il più difficile del repertorio correntemente eseguito. La sua diffusa fama di pezzo più difficile mai scritto, cui ha largamente contribuito il sopracitato film.
Nella seconda parte è prevista la Seconda Sinfonia che Cajkovskji compose negli anni tra il 1872 ed il 1880 e in cui fa uso di tre temi tratti dal folklore ucraino; Nikolay Kashkin, famoso critico moscovita dell'epoca e uno dei migliori amici del compositore la soprannominò "Piccola Russia", epiteto che poi è rimasto.
Stefania Nix