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Domenica 11 Settembre 2011 - Libertà

Nel mondo dei poveri seguendo Giulia

La loro fondatrice si è distinta nell'Ottocento tra la nobiltà torinese per aver speso le proprie energie e le proprie ricchezze per le donne finite in carcere, comunque in gravi difficoltà; tra queste sfortunate ha trovato le prime seguaci al punto da dar vita ad una vera e propria Congregazione di religiose che dal capoluogo piemontese hanno aperto conventi anche in altre città.
La nobildonna è Giulia Colbert, marchesa di Barolo, a cui oggi spetta il titolo di Serva di Dio in quanto è in corso il processo di beatificazione; la comunità religiosa nata dal suo impegno, e giunta fino ai nostri giorni, è quella delle Figlie di Gesù Buon Pastore (questo il nome attuale cambiato nel tempo) la cui casa madre è ovviamente a Torino, ma quella generalizia è a Piacenza, in via Mazzini 81, nell'edificio che un tempo fu il convento di San Girolamo.
Già questi particolari indicano come non sia semplice la storia di queste suore che, nel 1869, da Cremona si trasferirono nella nostra città. Si stabilirono in un primo tempo in via San Nazzaro, dopo qualche mese passarono in una sede più ampia posta in via Campagna, angolo via San Sepolcro fino a via Cantarana, nel 1952 presero possesso del convento di San Girolamo di via Mazzini, già delle Suore del Sacro Cuore.
Con il vescovo piacentino Pellizzari, nel 1914, fu avviata un'importante riforma che fece di Piacenza il polo aggregante delle altre Case nate dall'esperienza della Colbert e la congregazione, già di clausura e caratterizzata dall'autonomia dei singoli conventi, trovò una nuova unità. Per questo motivo la casa generalizia, cioè la sede degli organi centrali, si trova a Piacenza anche se le suore di via Mazzini (nel Piacentino attualmente sono pure a San Polo) si dedicano anche ad altre attività, dall'aiuto delle carcerate e a donne in difficoltà agli anziani che qui hanno un circolo cittadino diretto da Carla Molinaroli. Nel passato vi è stato anche un collegio femminile.
Una storia complessa e ricca che ora si trova sintetizzata in un libro di Fausto Fiorentini che verrà presentato al pubblico mercoledì prossimo, all'auditorium della Fondazione in via Sant'Eufemia 12, alle ore 17,30: "Le Figlie di Gesù Buon Pastore, nascita e cammino" (224 pagine). L'opera è la prima nel suo genere: questa importante Congregazione religiosa ha dedicato finora molte pubblicazioni, tutte generate da ricerche approfondite, alla figura della fondatrice, la Serva di Dio, marchesa Giulia Colbert (1786-1864).
Il libro di Fiorentini, dopo la presentazione della Madre generale suor Franca Barbieri, inizia con una breve biografia della Fondatrice; traccia in breve la storia delle Figlie di Gesù Buon Pastore partendo dalla sede di Piacenza (attività pastorali e casa generalizia); un capitolo si sofferma sulla sede di Torino con l'Istituto S. Maria Maddalena e la Casa Madre, quindi una sezione è dedicata alle case che la Congregazione ha attualmente in Italia (il libro fotografa solo l'attualità e quindi tralascia quelle che sono state chiuse): Cremona, Vercelli, Vigevano, San Polo (Piacenza), Codogno, Roma, Levanto e Vibo Valentia in Calabria.
Poi vi è l'impegno delle Figlie di Gesù Buon Pastore in missione: attualmente hanno case in Messico, in Colombia e in Eritrea; nel passato, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, sono state anche in Argentina, in Portogallo e in Svizzera. La pubblicazione, a colori, si avvale di un ampia documentazione fotografica in parte proveniente dagli archivi della varie sedi ed in parte, per Piacenza, di Oreste Grana a Camillo Murelli.
«Questa pubblicazione - osserva in chiusura l'autore - si ripromette di presentare la situazione attuale della grande famiglia delle Figlie di Gesù Buon Pastore. La Congregazione, negli ultimi anni, ha realizzato testi di grande spessore culturale. Basterebbe scorrere la ricca e prestigiosa bibliografia firmata da suor Ave Tago sulla figura della Serva di Dio, la marchesa Giulia di Barolo, o i molti articoli del giornalista Angelo Montonati nella rivista Giulia. Il nuovo libro aspira ad un ruolo di servizio: presentare al lettore, in modo semplice, la Congregazione delle Figlie di Gesù Buon Pastore con uno sguardo alla storia e con un altro, molto più attento, all'attualità».
«La speranza - dice sempre Fiorentini - è quella di non aver solo trascritto dei dati, ma di essere riusciti a cogliere la vera identità di questa famiglia religiosa che, seguendo il carisma della Fondatrice, sta dedicando tutte le sue energie di cui dispone all'aiuto dei deboli. Proprio come faceva la Serva di Dio nell'Ottocento".

Lucio Bertoli

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