Domenica 11 Settembre 2011 - Libertà
Un violino con le bollicine
Applausi alla giovane ucraina Anastasiya Petryshak
La giovane violinista ucraina Anastasiya Petryshak e la pianista Anna Bosacchi che si sono esibite ...
monticelli - E' un intento nobile e lodevole, quello che si è proposto la settima edizione della Rassegna pianistica internazionale "Amilcare Zanella", manifestazione organizzata a Monticelli dall'amministrazione comunale con il patrocinio della Provincia, il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e la direzione artistica del maestro Fabrizio Garilli. Come dichiarato dall'illustre ex direttore del Conservatorio "Nicolini" in occasione del secondo concerto in programma, che si è tenuto l'altra sera nella chiesa di San Giorgio, la rassegna di quest'anno è infatti stata dedicata ai giovani talenti del mondo della musica.
E non c'è dubbio che le due interpreti che si sono esibite, la violinista ucraina Anastasiya Petryshak e la pianista parmigiana Anna Bosacchi posseggano entrambe i suddetti requisiti e in particolare la giovanissima violinista, appena diciassettenne ma già, a quanto si desume dai concorsi vinti e dai concerti tenuti che spiccano dal suo curriculum, una promessa della musica. Anche se, come si dirà, la performance della giovane solista è stata caratterizzata da chiari segni di una maturità musicale che già manda concreti segnali di presenza ma che è ancora in via di formazione, come del resto era lecito attendersi, vista l'età della musicista.
Il programma proposto ha spaziato nell'arco di quasi tre secoli, partendo dal fine-Seicento di Giuseppe Tartini (con la celebre Sonata in Sol minore detta "Il trillo del diavolo") per arrivare al compositore ucraino contemporaneo Myroslav Skorik passando per Niccolò Paganini (del quale il duo ha proposto la Sonata in Mi maggiore e il Capriccio per violino solo n. 24), Sergej Rachmaninov, Manuel de Falla e Pablo de Sarasate.
Se l'accompagnamento della Bosacchi è stato non solo ineccepibile ma anche ottimamente eseguito (con momenti di apprezzabile sensibilità espressiva), la prova della Petryshak è stata punteggiata da qualche piccola ombra. Benché dotata di un'ottima tecnica strumentale e di una più che buona intonazione, la violinista ha mostrato ancora un po' di acerbità sul piano dei colori timbrici, in particolare nel celebre e sublime Vocalise di Rachmaninov, nel quale era quasi d'obbligo una lettura più sognante e affettuosa e nella Sonata di Tartini, dove a tratti sarebbe stato più opportuno un suono scuro e una maggiore tensione emotiva. Detto questo (peccati di gioventù destinati a sparire col maturare della giovane strumentista) è però stata strabiliante la sua interpretazione dell'ultimo brano in programma, la Zingaresca di Pablo de Sarasate. Qui la giovane interprete ucraina ha fatto dimenticare le perplessità sorte dall'ascolto dei precedenti brani, grazie ad una lettura di grande sensibilità, un ottimo fraseggio, una timbrica cangiante e quel "respiro" musicale (che il grande Miles Davis incorniciò con una celebre frase) che era mancato fino ad allora.
Calorosi gli applausi tributati dal pubblico alle due interpreti, che hanno ringraziato con un breve ma piacevole bis.
Mauro Bardelli