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Lunedì 12 Settembre 2011 - Libertà

I Templari tra mistero ed emozioni

Nella suggestiva cornice dell'Abbazia di Chiaravalle in scena con successo lo spettacolo con protagonista e regista Gerardo Placido

chiaravalle - Mistero ed emozioni, arte e teatro, storia e leggenda, si sono intrecciati venerdì sera nel chiostro dell'Abbazia cistercense di Chiaravalle della Colomba, straordinario teatro a cielo aperto per lo spettacolo Il tesoro dei Templari, dedicato all'ordine monastico a cui San Bernardo da Chiaravalle dette la Regola e a cui, due secoli dopo, il re francese Filippo il Bello tolse dignità, vita e beni.
Regista e protagonista dello spettacolo - organizzato da Omnia Eventi con il contributo di Fondazione di Piacenza e Vigevano, CentroPadane e il patrocinio della Provincia e del Comune - è Gerardo Placido, che ha interpretato l'ultimo Gran Maestro dei Templari, Jacques De Moley, sottolineandone i tormenti interiori, specie nel momento in cui viene posto di fronte alla possibilità di abiurare per aver salva la vita.
Insinuante ed insidioso, l'Inquisitore che lo interroga, interpretato dal giovane Michele Bonvini. Tra i volti noti del cast, Guenda Goria, figlia d'arte, al suo debutto sulle tavole del palcoscenico: la mamma, la conduttrice Maria Teresa Ruta, era in prima fila ad incitare la figlia, che ha risolto bene anche un piccolo inconveniente tecnico occorso in scena. Goria ha vestito i panni della nobildonna Brunissenda, la favorita di Papa Clemente V, autorevolmente interpretato da Pier Marra.
Il Pontefice, tra il 1312 e il 1314, venendo incontro alle richieste del re di Francia (Massimiliano Messere che non toglie nulla alla crudeltà con cui si intende qui dipingere il suo personaggio) scioglie l'ordine dei Templari, abbandonandolo così al destino di distruzione: l'accusa di eresia, i "rastrellamenti". In scena anche l'esercito dei monaci soldati, i Cavalieri Templari, una sorta di "coro" che rinnova giuramenti e preghiere, traendo il coraggio dalla forza della fede. Sotto i mantelli crociati (i costumi sono firmati da Artemio Cabassi), si celano i giovani attori del territorio piacentino Daniele Guerra, Ginevra Driganti, Monica Garatti, Sara Libiani, Valentina Poete, Simona Torri, Giovanni di Fulvio. Il messo del Papa è Franco Nazzani; Francesco De Angelis il giudice templare. Apprezzabile l'idea di coinvolgere, attorno a Placido attori del territorio locale che si sono spesi con grande generosità e impegno sotto le direttive dell'attore pugliese, affiancato dall'assistente alla regia Silvia Bonomini, alsenese. La drammaturgia dello spettacolo va ancora messa a punto. Bene i movimenti scenici, anche se scontano un'eccessiva lentezza rispetto ai ritmi di attenzione del pubblico, abituato in questo atto unico ad alcuni buoni colpi di scena. Giustamente e più volte applaudita al termine dell'atto unico, Anna Solinas, cantante soprano e attrice. Si tiene ai margini della scena. Non partecipa ai dialoghi, ma i suoi brevi monologhi sono essenziali. Appare un po' maga e un po' giullare. Si trasfigura in figura femminile, ma ricorda anche il folle shakespeariano. La sua presenza è sempre preannunciata dalla voce, che risuona tra i chiostri del meraviglioso convento, impreziosito anche dalle tavole della pittrice Nadia Scozzesi che sono di grande impatto visivo. Vale la pena vederle. Rimarranno esposte nei chiostri sino al 18 settembre.

Donata Meneghelli

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