Lunedì 12 Settembre 2011 - Libertà
Riprende "voce" l'organo di Saliceto di Cadeo
Dopo quattro anni di restauri è tornato "a casa" ed è pronto per il debutto
Dopo un viaggio di quattro anni, è tornato "a casa" il prezioso gioiello musicale della chiesa di Saliceto di Cadeo. L'organo costruito nel 1778 da Giovanni Cavalletti, dopo un lungo periodo di ricovero nel laboratorio dell'organaro Daniele Giani di "Giani Casa d'Organi" a Corte de' Frati, in provincia di Cremona, ha ricominciato a suonare ed è pronto per il suo debutto inserito nella rassegna provinciale Antichi Organi. Nei giorni scorsi la laboriosa attività di restauro è stata presentata agli amministratori locali (erano presenti il sindaco di Cadeo Marco Bricconi e il vicesindaco Marica Toma; assieme a loro, Renato Crenna del comitato di restauro e il diacono di Saliceto Elio Pezzoni). «Siamo davvero lieti che il nostro patrimonio artistico e culturale sia valorizzato e possa così continuare ad essere tramandato - aveva dichiarato durante il sopralluogo il primo cittadino. - In quanto cittadini di questo comune, ciò ci rende davvero orgogliosi».
L'altra mattina invece, è stata l'occasione per l'organista Massimo Berzolla di incontrare per la prima volta lo strumento settecentesco a cui darà voce il prossimo 8 ottobre. «E' stato uno dei restauri più complessi, un lavoro davvero difficile - ha commentato Daniele Giani. - Lo strumento era in condizioni disperate, in uno stato di consumo notevole dovuto alla grande quantità d'acqua che lo ha danneggiato e ai tanti parassiti che vi hanno trovato dimora». «La base comunque - ha continuato il restauratore - è determinata da materiali importanti a partire dal somiere che è l'anima dello strumento, la struttura che porta l'aria alle canne. Inoltre questo organo è un esemplare rarissimo sia per le dimensioni, con una facciata di 12 piedi, sia per la qualità essendo il risultato di tre strutture differenti».
Oltre alla struttura originale, infatti, pensata per la Collegiata di Cortemaggiore, si sono susseguiti gli interventi di Cesare Gianfré nel 1861 che ha adattato lo strumento alla chiesa di Saliceto e di Angelo Cavalli nel 1882 che ha ampliato il somiere e aggiunto quattro note. La difficoltà per l'organaro è stata dunque quella di scegliere l'adeguata strategia di intervento (che ha tenuto come punto di riferimento la struttura del Cavalli, rimuovendo gli interventi del Novecento che hanno avuto solo ripercussioni negative sullo strumento) mentre ora, lo scoglio da superare è il trovare il giusto equilibrio musicale tra il suono di un organo pensato per una collegiata e le dimensioni della chiesa di Saliceto.
Il maxi intervento di restauro, fortemente voluto dall'ex parroco Francesco Cattadori, avrà un costo complessivo di circa 130mila euro e sarà finanziato dalla Cei, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, da Centropadane e dalla Banca di Piacenza, più alcuni sponsor minori. «Abbiamo censito 85 organi sul territorio piacentino - ha spiegato Giuseppina Perotti della Commissione organi della Diocesi di Piacenza - ma questo è un raro esempio di stratificazione storica ampia e tutt'ora presente che lo rende uno strumento di un importante valore storico-artistico». Non solo. Così come sottolineato dalla professoressa di storia dell'arte Mimma Berzolla, facente parte del comitato per il restauro dell'organo di Saliceto, lo strumento musicale settecentesco è un cimelio verdiano, da cui Verdi ha composto la celebre aria La Vergine degli Angeli. Pare infatti che su interessamento del compositore, l'organo sia stato venduto nella frazione di Saliceto perché luogo natìo della madre di Verdi, Luigia Uttini. «Quando si ha a che fare con uno strumento appena restaurato si spera sempre che vada tutto bene, gli incidenti in fase di percorso possono accadere, non essendoci stata una fase di rodaggio, la difficoltà è stata dunque impostare un programma - ha spiegato l'organista Berzolla - che valorizzasse la fonica dello strumento e al tempo stesso riservasse particolare attenzione alla musica. L'obiettivo è quello, da una parte, di mostrare le caratteristiche dell'organo, dall'altra di dare la possibilità al pubblico di poter ascoltare della buona musica». Ad accogliere il ritorno dello strumento, anche il parroco di Saliceto don Stefano Antonelli: «La nostra comunità è orgogliosa di poter riavere il proprio organo in grado di dare testimonianza di fede durante le celebrazioni».
Valentina Paderni