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Domenica 25 Settembre 2011 - Libertà

Focus all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano con Smerieri, Avanzi e Fiasco. «Gioco d'azzardo tassa degli stupidi»

L'attualità di Cavour tra il cinismo dello Stato e le storie di disperazione

«Il gioco d'azzardo è la tassa degli stupidi» diceva Cavour nel 1873. Ma stupido evidentemente non è lo stato italiano, che a partire dalla metà degli anni Novanta ha trasformato il gioco in una leva per reperire delle risorse fiscali: poco importa che il macroscenario dell'azzardo porti con sé storie di quotidiana disperazione e di dipendenza da gioco d'azzardo patologico che dal 1980 è riconosciuta come vera e propria malattia eccetto che dal servizio sanitario nazionale. Del resto a scriverlo era anche Collodi nelle "Avventure di Pinocchio" nel 1883: "Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che ti promettono di renderti ricco dal mattino alla sera: o sono matti o sono imbroglioni". Se si tratti di follia o di delinquenza spetta al popolo italiano deciderlo: nel frattempo però, per farsi un'idea un po' più chiara, alcuni piacentini si sono dati appuntamento all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano per non perdersi l'incontro dedicato a "Le tecnologie nel gioco d'azzardo: quale tutela per la persona? " organizzato dal Dipartimento di Salute Mentale-Dipendenze Patologiche dell'Ausl di Piacenza nell'ambito del Festival del Diritto. A discuterne, in una tavola rotonda coordinata dallo psichiatra Giovanni Smerieri, sono stati il responsabile del programma di cura del gioco d'azzardo per il Dipartimento di Salute Mentale di Piacenza Maurizio Avanzi e il sociologo e consulente della Consulta Nazionale Antiusura Maurizio Fiasco: nell'occhio del ciclone è finito un fenomeno che, grazie all'impiego pervasivo delle nuove tecnologie, attualmente assorbe circa sei punti di Pil e che ha causato una gigantesca bolla speculativa, oltre a essere responsabile di gravi rischi per la salute dei cittadini. I dati portati da Avanzi parlano chiaro: «Nel 2010 sono stati circa 61 i miliardi giocati e per quest'anno le previsioni parlano addirittura di 73» ha spiegato. Sembrano lontani i tempi, comunque tutt'altro che rosei, in cui a essere giocati erano "solo" 25 miliardi: «Era il 2004 e già il quadro era cambiato» ha spiegato Fiasco, «dal 2003 infatti l'obiettivo è diventato estrarre valore con un modello di business, da un consumo senza uso: attualmente ci troviamo davanti una mega-macchina sociale che abbraccia ogni aspetto della vita del maggior numero di esseri umani e nella quale la politica identifica i suoi fini con quelli dell'economia». Ma quanto "bene" fa all'economia il gioco d'azzardo? «È un settore che dà ampi volumi di consumi e bassi volumi di entrate» ha spiegato Fiasco, «e sul quale lo stato è intervenuto con una politica di riduzione del prelievo fiscale». L'obiettivo è chiaro: creare, attraverso l'uso combinato della tecnologia e della modalità di azzardo, un comportamento di massa che rende possibile ogni condizionamento della persona.

Betty Paraboschi

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