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Venerdì 30 Settembre 2011 - Libertà

Bruzzi, l'omaggio della città al "suo" pittore

La mostra il 29 ottobre inaugura il nuovo spazio espositivo di Palazzo Rota Pisaroni

piacenza - «Se in Italia non c'è, come si dice, un'arte né una letteratura italiana, c'è peraltro un'arte toscana che è quella formata dai macchiaioli; e io chiamo artisti toscani quelli che, anche essendo nati al di fuori, sono autori di un'arte corrispondente a quell'ordine di idee, come il Costa romano, il napoletano Abbati, il De Nittis di Barletta, prima però che andasse a Parigi, il Cabianca veronese, il Bruzzi di Piacenza».
Una considerazione scritta dallo scultore, teorico e critico Adriano Cecioni nel 1884, che autorevolmente include l'artista nostro concittadino tra gli interpreti della pittura della "Macchia". Quel passaggio è stato citato ieri da Andrea Baboni nella conferenza stampa di presentazione della mostra Stefano Bruzzi, un macchiaiolo tra Piacenza e Firenze, con la quale il 29 ottobre verrà contestualmente inaugurato il nuovo spazio espositivo di Palazzo Rota Pisaroni, in via Sant'Eufemia, 13. Come ricordato dal presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Giacomo Marazzi, l'iniziativa si tiene nel ventennale della nascita dell'ente di via Sant'Eufemia, che ospiterà dunque un percorso di cinquanta dipinti realizzati tra il 1855 e il 1880, una fondamentale fase della biografia del maestro, che non aveva ancora raggiunto la fama, consacrata dagli anni ‘80 in poi dal collezionismo anche inglese e dalle riproduzioni su cartoline e incisioni delle sue opere. Il compleanno della Fondazione è già stato festeggiato con il concerto di Riccardo Muti la scorsa estate, al quale l'ente ha concesso un cospicuo contributo. Adesso, con la mostra del grande pittore piacentino, viene confermata l'attenzione anche alle arti figurative, con l'organizzazione di un percorso complementare all'esposizione su Bruzzi e la poetica della neve in programma nello stesso periodo alla Galleria d'arte moderna "Ricci Oddi". Il centenario della morte del pittore vedrà dunque Piacenza offrire un omaggio articolato volto alla ricostruzione dell'attività di un artista rimasto sempre profondamente legato all'alta Valnure e a Groppallo per i suoi soggetti, nonostante i lunghi periodi trascorsi lontano, a Roma e soprattutto a Firenze. Rientrato a Piacenza, Bruzzi rimase comunque in contatto con i più profondi innovatori dell'arte dell'appena costituito Stato nazionale. «Si trattò di un moto di rinnovamento - ha evidenziato Baboni - che non fu soltanto tipico della Toscana, ma si sviluppò in ogni regione». Certo, il caffè Michelangelo di Firenze rimane un cenacolo privilegiato e la mostra a Palazzo Rota Pisaroni, curata da Baboni e Leonardo Bragalini, con il coordinamento organizzativo di Tiziana Libè, si configura come importante momento di riflessione e confronto proprio tra i lavori del pittore piacentino e quelli dei macchiaioli coevi. Bragalini, che come rappresentante della casa editrice Tipleco ha partecipato all'impegnativo e monumentale volume del "Catalogo ragionato" dell'opera di Bruzzi, uscito nel 2000, a cura di Baboni e Ferdinando Arisi, ha sottolineato, oltreché la valenza critica di una mostra che propone diversi inediti, anche l'interesse per le scuole, grazie al realistico ritratto della vita sull'Appennino di un secolo fa desumibile dalle opere dell'artista, che mette a disposizione uno sguardo diverso sul nostro Ottocento. Ad affrontare questo discorso, concorrerà in mostra un cortometraggio girato da Tommaso Ferrari, che mette in relazione i quadri di Bruzzi con scorci ripresi adesso degli stessi luoghi. Il video contiene inoltre un'intervista ad Arisi. La mostra di dipinti e disegni, accompagnata da un catalogo di grande formato edito da Tipleco, resterà visitabile a ingresso libero fino al 19 febbraio 2012.

Anna Anselmi

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