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Venerdì 16 Settembre 2011 - Libertà

L'arte antica si incontra con l'arte contemporanea all'Abbazia di Chiaravalle della Colomba. Il Tesoro dei Templari di Nadia Scozzesi

Una mostra sino a domenica prossima sui difensori della fede cristiana

Quando agli inizi del XIV sec. L'Ordine dei Templari fu brutalmente sciolto, possedeva tesori inestimabili che non furono mai ritrovati. Si narra che quei tesori comprendessero documenti pericolosi sia per il potere religioso che temporale come, ad esempio, il Sacro Graal e la genealogia di Gesù. Da secoli misteri e leggende sui templari affascinano non solo storici, ma anche scrittori ed artisti alimentando interesse, fantasie e curiosità.
Così, nella splendida cornice medievale dell'Abbazia di Chiaravalle della Colomba, l'arte antica si incontra con l'arte contemporanea grazie ai lavori di Nadia Scozzesi che interpretano sia fatti storici realmente accaduti ai cavalieri dell'Ordine dei Templari, sia lo spirito combattivo che accumunava i difensori della fede cristiana. Il "Tesoro dei Templari" è il titolo della personale di Nadia Scozzesi allestita nella sala del Capitolo del Chiostro trecentesco e visitabile fino al 18 settembre.
Organizzata dall'Associazione Omniaeventi e con il contributo di Autostrade Centropadane e Fondazione di Piacenza e Vigevano, l'esposizione comprende le opere pittoriche utilizzate per la scenografia dell'omonimo spettacolo teatrale, di cui regista ed interprete principale è stato Gerardo Placido, portato in scena la scorsa settimana proprio nel Chiostro. Sperimentatrice di forme, linguaggi e colori la Scozzesi oscilla tra un recupero delle tradizioni artistiche e un arte che si può considerare di ricerca, ricca di simbologie che si confondono tra loro e conducono l'osservatore in un'epoca sconosciuta e lontana dove la materia diventa ricca e densa di suggestioni e di storia.
Il "Rogo di Giacomo de Moley" indaga il mistero che avvolge la figura dell'ultimo Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri templari, evidenziando le sofferenze fisiche e morali di un uomo che, piuttosto che prostrarsi al potere, non ha avuto il timore sacrificarsi.
In quest'opera la materia pittorica si stratifica in alcuni punti e cola in altri e il colore utilizzato non conosce strutture formali perché esso è energia che coinvolge e confonde, distillatore di emozioni che si compenetrano nel rapporto tra materia e colore. Ne scaturisce una un' originale iconografia della sofferenza e una geografia percettiva con mescolanze segnico-formali e spazio-temporali capaci di creare un linguaggio visivo in perpetua mutuazione.
Ne "I templari e la Sacra Sindone" la Scozzesi aggiunge alla sua pittura la tecnica dell'affresco, arte che ci riporta a ritroso nel tempo regalandoci una composizione elegante dove, da un lato traspare un delicato richiamo alla classicità e dall'altro una forte matericità dovuta al telo sorretto dal cavaliere, simbolo della Sacra Sindone. Opere che parlano di fisionomie e volti sconosciuti, di figure e corpi, di forme e rappresentazioni, di storia e leggende, in cui possiamo evidenziare la capacità di Nadia Scozzesi di trasmettere messaggi profondi e di stimolare il desiderio incolmabile di arricchimento spirituale e culturale.

Abbazia di Chiaravalle
della Colomba, Sala del Capitolo
Il Tesoro dei Templari
Opere pittoriche e scenografiche di Nadia Scozzesi
fino al 18 settembre

Lucio Bertoli

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