Martedì 8 Novembre 2011 - Libertà
L'agroalimentare piacentino promosso in innovazione
Ma c'è ancora molta strada da fare: una mappa dei fabbisogni
Innovazione tecnologica. Due parole molto usate e spesso abusate, che necessitano di contenuti concreti per essere calate nella realtà economica e produttiva del nostro territorio. Contenuti che certo vengono suggeriti, soprattutto nell'ottica di una visione prospettica, dal rapporto "L'innovazione nelle aziende piacentine del settore alimentare di trasformazione dei prodotti agricoli: posizionamento e prospettive - Analisi dei comparti del pomodoro da industria, trasformati di ortofrutta, formaggi e salumi", che viene presentato oggi pomeriggio - dalle ore 17 - nel Salone d'Onore di Palazzo Rota Pisaroni in via S. Eufemia, in occasione del convegno "L'innovazione nel settore agroalimentare: il posizionamento di Piacenza e le prospettive". Il rapporto è stato realizzato, su commissione della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dal Lel, Laboratorio di economia locale della facoltà di Economia dell'Università Cattolica.
«Abbiamo realizzato questo rapporto - spiega Paolo Rizzi, direttore del Lel - per fornire un'analisi del livello di innovazione nelle aziende piacentine del settore alimentare di trasformazione dei prodotti agricoli, in termini di posizionamento attuale e di prospettive future».
Del resto questo tipo di analisi costituisce un focus di interesse della Fondazione Piacenza e Vigevano (nel Settore di intervento Istituzionale "Ricerca Scientifica e Tecnologica"), sia perché consente di leggere l'evoluzione e i trend degli ultimi anni, ma soprattutto perché pone una sfida strategica per il futuro dell'industria piacentina anche alla luce dell'attuale crisi internazionale.
«Il rapporto - continua Rizzi - analizza tre comparti di punta dell'agroalimentare piacentino (lattiero-caseario, carne-salumi e pomodoro-ortaggi), evidenziando come le aziende leader di questi settori registrino tassi di sviluppo sostenuti nell'ultimo quinquennio in termini di fatturato, e in misura più contenuta, di addetti». Il che tenendo conto delle dinamiche negative del settore in corso da oltre un decennio, e dell'impatto della crisi dopo il 2008; fa emergere un'ottima performance dell'agroalimentare piacentino, almeno per le sue aziende più significative, capaci di affrontare la recessione con prestazioni di mercato eccellenti.
«Lo studio - sottolinea ancora l'esperto - ha anche messo in luce un primato importante della nostra provincia, che risulta la prima nella nostra regione, per quanto riguarda l'ottenimento di contributi e finanziamenti destinati all'innovazione. Sono infatti quasi 44 milioni di euro i contributi ottenuti da aziende piacentine, rappresentanti il 18,7% del totale delle risorse disponibili in Emilia-Romagna». Il che dimostra il buon livello di dinamismo delle aziende piacentine in termini di qualità degli investimenti, oltre che una promettente tendenza a muoversi in termini di innovazione.
«Proprio rispetto a questo tema - conclude Rizzi - abbiamo ritenuto utile tratteggiare una mappa dei fabbisogni prioritari in termini di innovazione. Il che può rappresentare un contributo conoscitivo utile agli enti locali ed alle istituzioni nella programmazione degli interventi di sostegno alla ricerca applicata e per i finanziamenti di progetti strategici per la crescita competitiva del comparto agroalimentare piacentino».
Claudia Molinari