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Mercoledì 9 Novembre 2011 - Libertà

Agroalimentare, la sfida dell'innovazione

Un rapporto del Lel fa luce sul futuro di pomodori, salumi e settore lattiero caseario

piacenza - Un settore molto dinamico con una forte propensione all'innovazione, che ha saputo puntare sulle tecnologie e sulla formazione, ma che deve fare i conti in alcuni casi con una notevole frammentazione del tessuto aziendale e con mercati esteri che richiedono notevoli investimenti in comunicazione. Ecco le caratteristiche del nostro comparto agroalimentare tratteggiate nell'incontro su: "L'innovazione nel settore agroalimentare: il posizionamento di Piacenza e le prospettive", promosso dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, che si è svolto ieri nel salone d'onore di palazzo Rota Pisaroni.
Momento centrale è stata la presentazione del rapporto dal titolo: "L'innovazione nelle aziende piacentine del settore alimentare di trasformazione dei prodotti agricoli: posizionamento e prospettive. Analisi dei comparti del pomodoro da industria, trasformati di ortofrutta, formaggi e salumi", realizzato dal Laboratorio di Economia locale (Lel), della Facoltà di Economia dell'Università Cattolica. Lo hanno presentato Paolo Rizzi e Luca Quintavalla, rispettivamente direttore e ricercatore del Lel, dopo il saluto del presidente di Fondazione di Piacenza e Vigevano Giacomo Marazzi, di Lorenzo Morelli, preside Facoltà di Agraria dall'Università Cattolica, di Giuseppe Colla, vice presidente di Confindustria Piacenza e di Augusto Rizzi (Fondazione di Piacenza e Vigevano), che ha sottolineato come in un momento difficile come questo il constatare l'eccellenza del comparto agroalimentare sia una gradita sorpresa.
Molti gli spunti offerti dal rapporto, che analizzava tre settori: pomodoro, salumi e lattiero caseario. Dalla presentazione molto dettagliata è emersa la notevole capacità innovativa delle aziende piacentine, che hanno saputo puntare su qualità del prodotto, marketing e tecnologia. Sulle eccellenze e sulle criticità delle produzioni piacentine si è soffermata la tavola rotonda, coordinata da Enrico Ciciotti, dell'Università Cattolica di Piacenza, che ha offerto focus specifici sui tre settori. Antonio Casana, vice presidente nazionale Aiipa (Associazione italiana industrie prodotti alimentari, sezione derivati del pomodoro), ha sottolineato: «Piacenza per il comparto pomodoro si è distinta per carattere innovativo, soprattutto per quanto concerne la gestione agricola. Per il futuro però è importante migliorare la differenziazione del prodotto per aumentarne il valore aggiunto, puntando sulle componenti nutrizionali, ma lavorando anche sul sistema e in questo senso è fondamentale il ruolo dell'Associazione del Distretto del Pomodoro che riunisce diverse province».
Ai notevoli investimenti in comunicazione nel settore dei formaggi si è rifatto invece tra l'altro Giuseppe Colla, vice presidente dell'Associazione Industriali di Piacenza, che ha chiarito come all'estero si sia assistito proprio grazie al lavoro di comunicazione ad un notevole aumento dei consumi.
Dei problemi determinati dalla forte frammentazione del settore salumi sul nostro territorio ha parlato Antonio Grossetti, presidente del Consorzio salumi dop piacentini, che ha però anche annunciato come le aziende del Consorzio stiano puntando fortemente sulla realizzazione di confezioni di affettato per affrontare il mercato estero.
E siccome il comparto non può non guardare a Expo 2015, il convegno ha affrontato in grande stile questo tema, con il contributo conclusivo di Silvio Ferrari, presidente di Cargill Italia e coordinatore Gruppo di lavoro Expo 2015 Confindustria Nutrizione: «Piacenza - ha detto - ha le carte in regole, partendo dalla logistica, per essere protagonista ad Expo 2015, ma deve sapere rimboccarsi le maniche e attivarsi, partendo naturalmente dalle aziende».

Claudia Molinari

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