Giovedì 17 Novembre 2011 - Libertà
Piacenza anni Ottanta ricordando Mariella
Domani in Fondazione l'avvocato Solari presenta il libro sulla moglie scomparsa
piacenza - La mia vita con Mariella è il titolo del libro edito da Lir che verrà presentato domani alle 18 all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufermia, 12. Autore è l'avvocato piacentino Massimo Solari che ritorna una seconda volta (il primo libro, semplicemente "Mariella" è stato pubblicato nella primavera del 2008) sullo stesso tema.
Perché questo secondo libro?
«Il primo è servito per elaborare il lutto dovuto alla scomparsa di mia moglie, ma è un'esperienza passata. Ogni volta che l'editore mi chiedeva l'autorizzazione alla ristampa gli rispondevo di no, e piuttosto che ristamparlo ho preferito riscriverlo da capo. Nel riscriverlo mi sono reso conto che ne usciva una cosa completamente diversa, più briosa, con ricordi differenti».
Un'altra storia, allora?
«Racconto di come ho conosciuto Mariella ma anche di com'era Piacenza negli anni Settanta, di come ci divertivamo e di quali locali frequentavamo. Poi racconto i contrasti delle famiglie per tutto il fidanzamento, le liti per il matrimonio (i miei non volevano assolutamente) e gli inizi della professione. Raccontando la vita della Mariella racconto la vita di tutti noi, delle nostre speranze, dei nostri sogni e dei nostri disinganni».
Qual è il suo ricordo della Piacenza degli anni Settanta e Ottanta?
«Piacenza era molto diversa da oggi: se compravi l'auto nuova dovevi passare più volte sul Corso per farla vedere, oggi sarebbe impensabile. Si andava a ballare in centro, per cui erano sconosciute le stragi del sabato sera. Ballavamo di pomeriggio, e non dalle undici alle quattro del mattino come oggi. Ma soprattutto, per noi giovani c'erano possibilità di lavoro, avevamo un futuro, duro, magari, difficile da raggiungere, ma eravamo sicuramente più fortunati dei nostri figli che oggi il lavoro devono proprio inventarselo. Pensi che il discorso più comune che si sentiva all'università era (parlo di giurisprudenza): "Io provo a fare l'avvocato, se poi non dovessi riuscire andrò in banca, o in un comune, o all'Amministrazione provinciale, o in un'assicurazione". Quello che per i nostri figli è un miraggio per noi era una "seconda scelta"».
Quale episodio del libro ricorda con maggior affetto?
«Ricordo con affetto un po' tutti quei trent'anni, dagli inizi della professione ai viaggi all'estero, dalla nascita di nostra figlia Carlotta alla malattia».
Anche la malattia?
«Certo, la malattia, soprattutto se così grave e protratta per oltre un anno e mezzo, fa scomparire tutte le finzioni che normalmente ammantano la nostra vita: davanti alla morte non si mente più. Questo libro è scritto per tutte le persone che quasi ogni giorno mi fermano per ricordare Mariella, una sua battuta, un suo commento».
Carlo Francou