Lunedì 21 Novembre 2011 - Libertà
La Provincia tende l'arco latino
Logistica, il punto domani in Fondazione dopo un anno di lavoro del Lel della Cattolica. L'assessore Barbieri: «La sfida dell'ingresso del manifatturiero»
La logistica piacentina impugna lo "score" più alto della sua storia, ma l'assenza di videosorveglianza, l'inquinamento e la tendenza a privilegiare la quantità di manodopera rispetto alla qualità fanno fare ancora crack al sistema della "Y coricata", un sistema che, per quanto plurilocalizzato, fatica a fare il salto di qualità. L'espansione di quello che, da almeno vent'anni, è il "tormentone" del territorio (la vocazione del sovraccaricato "retro porto" ligure, cioè, a non essere solo un deposito di container, spesso tristemente vuoti) è rapidissima. Gli addetti, nel '91, erano un pugno di seicento persone; poi, sono arrivati ad essere quasi 2.600, quattro volte tanto: oggi, il tessuto complessivo della logistica e del trasporto merci piacentino conta settemila occupati (con un peso del 6,5%) e, considerando il numero di imprese, sono oltre mille le unità locali del comparto a Piacenza.
La Provincia ha teso un anno fa l' "Arco latino" (un piano strategico di cooperazione fra comunità territoriali per il riequilibrio fra l'Europa Settentrionale e quella Meridionale) e ha incaricato il laboratorio di economia locale dell'Università Cattolica di elaborare un'analisi orizzontale dei territori che questo arco logistico vuole unire: Spagna (la diputacion di Tarragona e Lleida), Italia (Piacenza e Novara) e Francia (cluster Paca e la Provincia delle Bocche del Rodano). Al centro, Piacenza, corridoio naturale dell'asse Lisbona Kiev e di quello Genova Rotterdam, dove, nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia, domani, a partire dalle 9.30, si arriverà alla conclusione del progetto internazionale di sviluppo del settore della logistica e del trasporto merci, collegando ufficialmente settanta province, quaranta milioni di cittadini, ottomila Comuni.
Dai dati disponibili nel report della Cattolica e Itl, è Piacenza a mostrare il valore più significativo tra Spagna, Francia e Italia, con una quota di imprese nel settore trasporti-logistica superiore al 4%, più del doppio di quella di Novara. L'obiettivo piacentino, rilanciato più volte dall'assessore provinciale Patrizia Barbieri, organizzatrice del convegno, è quello di consentire la lavorazione in loco e le spedizioni, così da portare un indotto e creare posti di lavoro, oltre ad intercettare i traffici provenienti da Suez. La sfida di concorrenza è prima fra tutte quella con i colossi del Nord Europa. «La logistica piacentina ha mancato a lungo di un disegno generale. È mancata una gestione non unitaria - sottolinea l'assessore Barbieri - Domani l'università Cattolica presenterà un'attenta analisi, noi vogliamo lanciare la sfida dell'entrata del manifatturiero nella logistica piacentina». «Vogliamo risorse a tutti gli effetti, non solo merci ma attività di lavorazione - conclude l'assessore, riprendendo una storica battaglia di Confindustria -. Il manifatturiero è la nostra vera risposta».
Elisa Malacalza