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Domenica 26 Giugno 2011 - Libertà

Fondazione, i vent'anni che valgono 100 milioni

Aiuti e solidarietà. Marazzi: con Lipeti e Muti per l'Africa

di PATRIZIA SOFFIENTINI
Fu la prima a credere, qualche anno fa, in una piccola donna, nella coraggiosa custode di una poverissima comunità africana: Francesca Lipeti. E oggi la Fondazione di Piacenza e Vigevano è ancora la prima a sostenere la cordata benefica "Le Vie dell'Amicizia 2011" nata per aiutare questa piccola donna e tanti bambini delle baraccopoli di Nairobi accolti da Amani. E così l'istituzione di via Sant'Eufemia ha deciso di festeggiare i vent'anni di vita (e l'eccezionale traguardo di 109 milioni erogati ai piacentini) sposando, con generosità e convinzione, il progetto dei grandi concerti per l'Africa con Riccardo Muti e l'Orchestra Giovanile Cherubini. La Fondazione, nata il 24 dicembre del 1991 come continuazione ideale della Cassa di Risparmio, fa cadere l'accento di questo compleanno sulla sua anima solidaristica e terzomondista, con un gesto che, nella silenziosa inerzia della cooperazione italiana, ha la forza e la lungimiranza di un risarcimento. Ne abbiamo discusso con il presidente Giacomo Marazzi, anche vice-presidente della cordata umanitaria legata al concerto che si terrà al Municipale il 6 luglio.
Presidente, un "regalo" di compleanno insolito.
«Sono i nostri primi vent'anni, cercavamo un progetto sociale per festeggiarli e questo ci è sembrato il migliore, un'occasione unica con il maestro Riccardo Muti e le istituzioni piacentine. E si inserisce in un filone che già seguiamo con Francesca Lipeti, alla quale abbiamo assegnato l'Angil dal Dom. Continuiamo poi a sostenere interventi in Africa, con pozzi d'acqua, medicinali, l'ultimo risale a pochi giorni fa».
Con Francesca il legame è profondo.
«Francesca è totalmente dedicata alla sua missione e ha un fascino particolare, apparentemente non rivela la sua fortissima personalità, ma quando le parli, questa donna minuta mostra un enorme contenuto umano. Fino a qualche anno fa non aveva notorietà, l'abbiamo un po' scoperta noi, valorizzata con "Angil" nel 2006 e adottata come una benemerita della città».
In tal modo date fiato all'anima solidaristica della Fondazione, di solito siete visti come una "cassaforte" per progetti d'arte, di ricerca o di supporto al sistema scolastico.
«Fra l'altro la filantropia assorbe la parte più consistente di quanto noi diamo. Se mettiamo insieme l'assistenza agli anziani, dal 2005 ad oggi si sono investiti 3milioni e 800mila euro con molte ristrutturazioni importanti. Con la beneficienza e il volontariato, l'aiuto alla famiglia, a Caritas, arriviamo a 2milioni e 400mila euro all'anno. Per non dire degli asili nido, in tre anni abbiamo contribuito per 1 milione e 550mila euro. Anche sulla disabilità l'impegno è forte sul territorio, per esempio all'Associazione Assofa che sta costruendo la sede abbiamo dato 300mila euro. In totale dal 2007 ad oggi sono 1milione e 200 mila euro i fondi per l'handicap».
Come si sceglie tra i bisogni? E' difficile dire no?
«Molti bussano alla Fondazione, abbiamo più di cinquecento richieste all'anno. E l'esperienza per me è positivissima, se poi sei indipendente e mentalmente libero, come penso di essere, se credi di operare al meglio è più utile un sì convinto. Certo, scrivo molti no, non è sempre facile. Ci concentriamo sui grandi progetti, ma per le 450 associazioni piacentine abbiamo aumentato volutamente le piccole contribuzioni, perché basta poco per fare cose bellissime e utili».
Come è cambiata la sua visione della città in questi sei anni di mandato?
«Radicalmente rispetto al mondo economico da cui provengo (Marazzi era amministratore delegato di Cementi Rossi, ndr), qui vedi il lato sociale e umano, la cultura, la formazione, l'università e le famiglie, i problemi dell'handicap. Un'esperienza che ti cambia la vita. Contribuire socialmente alla tua città e provincia rende felici».
Chi viene per primo quando prende la famosa decisione?
«Anziani e bambini. Ci gratifica quello che facciamo in collina e in montagna dove c'è una fortissima esigenza di sostegno perché le poche persone in età rimaste a vivere in paesi a 900 metri d'altezza, desertificati d'inverno, possano ritrovarsi e stare insieme. E così per gli asili, servono Nidi per bimbi da zero a 3 anni, è un tema nuovo, noi abbiamo contribuito con grandi risorse».
Allora cosa augura alla Fondazione orami adulta per i prossimi vent'anni?
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