Mercoledì 27 Luglio 2011 - Libertà
Dalla Fondazione contributi per il primo nucleo di aule
Gara di solidarietà ancora aperta per completare il centro
Un generoso contributo, per risistemare e ampliare l'edificio originario della piccola missione di Tabora, è stato elargito dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, che nei giorni scorsi ha inviato un importante assegno alla congregazione.
«Con questa cifra potremo coprire i costi di costruzione di almeno tre aule o per le camerate da adibire come dormitorio - spiega la superiora generale Carla Rebolini commossa da tanta sensibilità -, è un gesto importante, quello compiuto dal presidente Giacomo Marazzi, che ci dà fiducia e speranza. Ho già avvertito il vescovo Paul Ruzoka affinché faccia partire i lavori, non possiamo perdere tempo, la caccia all'albino è un fenomeno grave che va stroncato, ma sarà una lotta dura perché è troppo radicato - e promette -. Al termine dei lavori affiggeremo all'ingresso dell'edificio la targa intitolata alla Fondazione di Piacenza e Vigevano per dimostrare la nostra gratitudine e la solidarietà che arriva da lontano, anche questo un segno di speranza per quelle popolazioni».
L'avvio di una nuova stazione missionaria, in questa epoca di scarse vocazioni, è una scommessa col futuro, quasi un'esorcismo contro i mali che affliggono il nostro tempo, un atto di coraggio contro infauste previsioni. Ma dentro c'è la forza della fede dell'ultimo drappello di suore "bianche", che ha aperto il progetto missionario, fin dal 1971, verso le popolazioni dell'Africa, forse il continente più derubato negli ultimi due secoli e più abbandonato; da esso migrano, o meglio scappano, milioni di uomini e donne in cerca di una vita migliore.
In tale contesto di fuga, le suore della congregazione di monsignor Torta (il piccolo prete a suo tempo definito il don Bosco piacentino) si inseriscono con un progetto di vita: sconfiggere il male e creare aspettative di un futuro proficuo.
All'appello lanciato dalle religiose hanno già risposto Confindustria Piacenza, la Paver di Giuseppe Parenti, la Banca Centropadana di Lodi e altri privati tra i quali il sempre generoso don Olimpio Bongiorni, parroco di Piozzano. Il sacerdote è da sempre molto vicino alla congregazione tanto da ricordare tangibilmente con un significativo aiuto economico l'avvio di ogni centro missionario: otto in Etiopia, due in Kenya ed ora l'opera in Tanzania. Gli abitanti di Piozzano, con il compianto e stimatissimo sindaco Elefanti, fin dagli anni Ottanta contribuiscono sistematicamente alla crescita delle popolazione assistite dalle suore sponsorizzando una sessantina di bambini l'anno. Altri contributi sono arrivati da don Luigi Lazzarini vicario parrocchiale a Pianello e da suoi parrocchiani; dall'associazione Mamme della Speranza che promuove manifestazioni per la raccolta di fondi; dalla scuola e dalla parrocchia di Quarto; dalla scuola elementare Vittorino da Feltre di Piacenza. La sponsorizzazione serve a mantenere agli studi bambine e bambini a volte fino all'università, ed è una modalità di aiuto molto praticata dalle religiose, nel contempo mette in diretto contatto gli adottati con le famiglie sponsor generando un legame che travalica i continenti e avvicina le persone. Dunque una pratica di conoscenza fra popoli che vivono in paesi lontani geograficamente e culturalmente, ma che supera ogni confine territoriale, ogni barriera di lingua, religione e colore della pelle. Come avevano testimoniato alcune giovani etiopiche intervenute al funerale dell'amatissima superiora Chiarina Grazio, scomparsa due anni fa: «Mi hai raccolto dalla strada e mi hai dato un futuro», fra qualche anno un bambino albino di Tanzania potrebbe dire altrettanto alle religiose, italiane, etiopiche ed eritree che oggi si apprestano ad aprire la porta di un nuovo futuro.
mvg