Mercoledì 13 Luglio 2011 - Libertà
Rivergaro, l'organo di S. Agata ritorna all'antico splendore
Restituito alla comunità dopo il restauro, mini concerto di Segalini
RIVERGARO - Ha risuonato dopo quasi quattro anni la melodia dell'organo Bossi-Urbani nella Chiesa di Sant'Agata a Rivergaro. Il restauro iniziato nel 2009 e costato quasi 85 mila euro, è stato finalmente portato a termine. Lunedì sera, l'organo è stato presentato ai fedeli che si sono raccolti per ascoltare il risultato, ottimo, dei lavori.
Ad accogliere i rivergaresi il parroco don Giovanni Cordani: «Credo che questa sia una serata importante nell'estate del nostro paese. Un evento, insomma, che lascerà traccia di sé. Ringrazio la ditta che ha eseguito i lavori, il maestro Segalini e lascio a voi il giudizio sull'opera di restauro che è stata compiuta». Presente per illustrare le varie delicate fasi del restauro, Enrico Vegezzi Bossi, discendente di quel Adeodato Bossi Urbani che costruì l'organo nel 1866. Il restauratore, grazie ad uno schermo posto sull'altare, ha illustrato inizialmente la sua discendenza per poi addentrarsi nei particolari. Accanto a lui anche l'organista piacentino Gianmaria Segalini. Sullo schermo sono passate innumerevoli fotografie che hanno tracciato visivamente tutto il progetto di restauro che ha ridato grandezza all'organo di Sant'Agata.
Le prime immagini hanno mostrato lo stato di conservazione dello strumento: «Potete notare la polvere e i detriti che si sono depositati nel tempo - ha spiegato Vegezzi Bossi - I materiali utilizzati nei Bossi-Urbani sono sicuramente molto validi. Le canne presenti erano integre anche se alcune erano state asportate».
Per riuscire a rifare le canne esattamente com'erano state progettate nel 1866, i restauratori hanno visionato altri organi Bossi-Urbani presenti in provincia fra cui quello splendido di Cortemaggiore. Il discendente ha poi mostrato la "macchina del vento" collocata nella camera del vento, un'invenzione di Adeodato Bossi Urbani che al tempo gli permise di ricevere grandi lodi. Fotografia dopo fotografia si è arrivati al cuore dell'organo, ovvero al somiere, quel bancone di legno che regge tutte le canne. Fra le altre parti su cui la spiegazione si è maggiormente soffermata ricordiamo le canne del ripieno, i tre "pedaloni", le manette dei registri e la grancassa. «Stiamo pubblicando un volume - ha annunciato Gianmaria Segalini - nel quale raccogliamo tutti i documenti storici relativi all'organo rinvenuti sia negli archivi comunali quanto in parrocchia».
Ed è durante uno di questi lavori di ricerca storica che è stata effettuata un'importante scoperta: «L'organo è dotato di un tendone a protezione della polvere dipinto nel 1895 da Mariano Mancini - rivela Segalini - un pittore di Rimini all'epoca abbastanza quotato. Non sappiamo il motivo di questa scelta da parte della parrocchia». Un'altra notizia curiosa riguarda il valore dell'organo: «Tutti i lavori per la costruzione dello strumento - ha detto Enrico Vegezzi Bossi - sono costati 6.500 lire. Una somma consistente se si pensa che la Chiesa di Rivergaro costò 90 mila lire».
L'organo restaurato è stato benedetto da don Giovanni Cordani. La Schola Cantorum Sant'Agata ha accompagnato il momento con alcuni brani musicali. Il maestro Segalini ha infine suonato alcuni brani esemplificativi delle potenzialità e dei diversi registri dell'organo. I fondi necessari al restauro sono giunti dal Cei, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, dalla Parrocchia Sant'Agata e da alcuni imprenditori di Rivergaro.
Nicoletta Novara