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Lunedì 18 Luglio 2011 - Libertà

"Illica", una "Bohème" fatta con il cuore

Castellarquato, espressività e passione nell'opera che ha suggellato le premiazioni

castellarquato - Una Bohème fatta con il cuore. Sono state la drammaticità, l'espressività e la passione gli elementi principali della rappresentazione andata in scena l'altra sera nella Piazza Monumentale di Castellarquato nell'ambito del Premio internazionale "Luigi Illica". La stupenda opera che Giacomo Puccini scrisse su libretto di Illica e Giuseppe Giacosa, allestita con la regia del grande baritono fiorentino Rolando Panerai e l'ambientazione scenica di Vivien Hewitt è stata interpretata da quattro finalisti del Concorso lirico internazionale "Luigi Illica Opera Stage" svoltosi nel borgo medioevale lo scorso anno: i soprani Renata Campanella (nella parte di Mimì) e Laura Macrì (Musetta), il baritono In Hui Kim (Marcello) e il basso Ji Hoon Kim (Colline). Con loro anche il tenore peruviano Andrès Veramendi (Rodolfo), il baritono Ferruccio Finetti (Schaunard) il tenore Eduardo Hurtado (Parpignol) i bassi Franco Boscolo (Benoit e Alcindoro) e Wellington Maura (Sergente dei Doganieri) e l'Orchestra del Festival Puccini diretta da Valerio Galli.
La serata si è aperta con la consegna del Premio Illica da parte dell'on. Tommaso Foti, del sindaco Ivano Rocchetta, del presidente della Provincia Massimo Trespidi, del vicepresidente della Camera di Commercio di Piacenza Giulio Bergonzi e del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Giacomo Marazzi ai cinque vincitori di questa ventisettesima edizione: i soprani Mirella Freni e Hui He, il baritono Luca Salsi, il direttore d'orchestra Alberto Veronesi e il musicologo Cesare Orselli. A loro è stata donata la bellissima opera in bronzo e marmo realizzata dallo scultore Claudio Barabaschi.
A seguire, la rappresentazione di Bohème, che come si diceva ha impressionato in modo particolare per la grande partecipazione emotiva di tutti gli interpreti. Migliore in assoluto è stata senza dubbio Renata Campanella che ha dato vita a una Mimì tenera e delicata, dalla timbrica modulante che è passata dall'estrema dolcezza di Sì, mi chiamano Mimì alla travolgente passione e drammaticità del Sono andati? del finale. Poi la bella interpretazione di Andrès Veramendi, un Rodolfo che nel quarto atto ha dato il meglio di sé e le convincenti prove di In Hui Kim (bello il suo duetto con Rodolfo nel terzo atto), del soprano Laura Macrì (ottima prova nel celebre Quando m'en vo') e del basso Ji Hoon Kim che ha impeccabilmente interpretato Vecchia zimarra nell'ultimo atto. Ma anche gli altri interpreti (compreso il coro dei bambini) sono stati tutti all'altezza.
Un plauso particolare va poi alla regia di Panerai, che ha fatto immaginare al pubblico le diverse ambientazioni degli atti con un allestimento essenziale ma efficacie (molto riuscita la ringhiera innevata della Barriera d'Enfer nel terzo atto). E poi ai costumi della Hewitt: geniale la citazione, nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia, del nostro tricolore con l'abbinamento nel secondo atto tra l'abito verde di Alcindoro, quello rosso di Musetta e il bianco della tovaglia del caffè "Momus" a cui ha fatto riscontro la bandiera francese portata in scena dalla Banda. Molto bravi poi i musicisti dell'orchestra, ottimamente diretti da Galli.
Per finire, un plauso, come ha fatto in apertura Bernardo Baccanti, vicesimdaco e assessore alla cultura del Comune, va a coloro che hanno duramente lavorato per allestire la rappresentazione, primi tra tutti la Pro Loco arquatese presieduta da Tiziana Inzani e ai suoi volontari.

Mauro Bardelli

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