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Martedì 19 Luglio 2011 - Libertà

Banca Monte Parma, braccia incrociate: «Servono più garanzie per noi lavoratori»

E' stata consistente la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, quadri e aree professionali di Banca Monte Parma allo sciopero generale che è stato proclamato dalle Rappresentanze sindacali aziendali Fabi, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil e Uilca per l'intera giornata di ieri, lunedì 18 luglio. Secondo fonti sindacali, quasi l'80% dei lavoratori avrebbe aderito, pochissime filiali sono rimaste aperte, solo qualche rara eccezione, la maggior parte sono rimaste totalmente chiuse con le serrande completamente abbassate. Sul piatto di discussione le garanzie occupazionali e professionali, sulle applicazioni contrattuali e per la mobilità a seguito della cessione del pacchetto di maggioranza di Banca Monte Parma dalla Fondazione Monte Parma a Intesa San Paolo e conquistare quel pezzo di retribuzione contrattuale, « il riconoscimento della produttività, che è stato ingiustamente negato», ha sottolineato Stefano Fornari, rsa Fisac Cgil. «La forte partecipazione dei lavoratori allo sciopero - continua Fornari - è molto importante e dovrebbe sollecitare tutte le forze istituzionali ed economiche del territorio ad attivarsi congiuntamente per far sì che Intesa Sanpaolo fornisca le garanzie per il futuro dei lavoratori, preservando gli attuali livelli occupazionali senza disperdere il patrimonio di competenza e professionalità, e il riconoscimento del ruolo di Banca Monte, quale banca del territorio che mantenga proprie autonomie decisionali ed operative locali e possa continuare a svolgere un ruolo di sostegno alle famiglie ed al sistema produttivo. A 9 mesi dall'annuncio della vendita non vi è alcuna garanzia per i lavoratori della Banca e totale incertezza sulle loro prospettive future». «La questione che riguarda Banca Monte Parma è di forte rilevanza per il territorio piacentino - puntualizza Giordano Allegri, segretario generale della Fisac Cgil di Piacenza - se non verranno fornite garanzie, a partire da quelle occupazionali, sono forti i rischi di ricadute nella provincia dove sono presenti diversi sportelli della Banca».

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