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Venerdì 1 Luglio 2011 - Libertà

Dorsi: «Così rileggerò il melologo di Medea»

Il direttore del Nicolini sull'opera di Binda a Veleia

veleia - Appuntamento di grande prestigio e suggestione domani al Foro archeologico di Veleia romana: per l'apertura del Festival del Teatro Antico diretto da Paola Pedrazzini - sostenuto da vari sponsor, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Provincia e Comune di Lugagnano - avremo nell'antico Foro una grande attrice, Maddalena Crippa, impegnata in una Medea molto particolare con un'orchestra sinfonica di 35 elementi, la "Carlo Coccia" di Novara, diretta per l'occasione dal maestro Fabrizio Dorsi, direttore del Conservatorio "Nicolini" di Piacenza, che ha collaborato con la direzione artistica alle scelte musicali. L'appuntamento è alle ore 21.30.
L'orchestra eseguirà un melologo, «genere - ci spiega Dorsi - nato nel Settecento come unione di musica e di parola. Il melologo, genere che dura fino ai giorni nostri, trova uno degli esempi più famosi nel Pierino e il lupo di Prokofiev. Noi qui proporremo Medea, composta dal boemo Jiri Antonin Benda: è uno dei primi melologhi della storia della musica, di argomento mitologico sulla figura della tragedia di Euripide, che venne riscoperta moltissimo nel XVIII secolo».
La «Medea» di Benda venne presentata nel 1775, e ispirò a Mozart (suo contemporaneo) un'entusiastica recensione. Venne considerata dai contemporanei una rottura nella tradizione musicale del tempo. Eppure oggi è rara la sua esecuzione.
«L'orchestra Carlo Coccia ha una speciale esperienza nell'esecuzione di musiche particolari e rare. Si è distinta ad esempio per aver recuperato un compositore come Coccia, a cui è intitolata. La voce di Medea sarà inoltre una grande interprete come Maddalena Crippa, con cui già abbiamo iniziato a provare».
Ieri infatti a Milano sono proseguite le prove, che oggi si trasferiranno direttamente a Veleia. Si tratta quindi di una vera e propria produzione veleiate.
«Sì, perché la Crippa aveva eseguito in passato la Medea di Benda, ma mai con un'orchestra di così tanti elementi e all'aperto, in luogo così suggestivo».
Lei invece, direttore, ha già collaborato con l'orchestra Carlo Coccia per alcune direzioni d'opera importanti, incise sia in cd che dvd. Quali strumenti prevede la partitura di Benda?
«Avremo flauti, oboi, fagotti, corni, trombe e timpano, queste ultime per l'evocazione di momenti militari e di festeggiamenti. Poi ci sarà il clavicembalo, e tutti gli archi. Eseguiremo anche l'ouverture e un brano della Medea di Cherubini».
Cosa aggiunge la potenza della musica alla «Medea», un mito tragico già così potente?
«Aggiunge la ricchezza del suono, l'evocazione che può suscitare. Faccio un solo esempio: quando Medea sente la marcia trionfale che annuncia le nuove nozze di Giasone con Creusa, le trombe, i timpani, il senso di potenza, evocano la festa ma anche la furia della protagonista che cresce. Mentre gli altri festeggiano, lei viene abbandonata da Giasone. E' come se il corteo ci sfilasse davanti agli occhi. E vedessimo nel contempo accendersi l'ira di Medea».
Secondo lei questa scelta di portare la musica a Veleia, potrà essere ripetuta in futuro?
«Io spero di sì. Non mi voglio certo sostituire alla direzione artistica della brava Paola Pedrazzini. Ma quest'anno ha scelto una sfida impegnativa e importante. Lancio un'idea: visto che Benda ha composto un altro melologo, sempre su un mito classico, Arianna a Nasso, si potrebbe fare una seconda produzione, sempre con questo straordinario binomio di prosa e musica».

Donata Meneghelli

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