Domenica 10 Luglio 2011 - Libertà
Popolizio: «Eneide madre di tutti i classici»
Parla il grande attore, domani a Veleia e al Municipale nella prossima stagione
veleia - La voce di Massimo Popolizio risuonerà domani sera tra le rovine del Foro antico di Veleia Romana, per il terzo appuntamento del Festival di teatro promosso da Provincia, Comune di Lugagnano, col sostegno di vari sponsor e della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L'appuntamento è alle 21,30 (per info e prenotazioni www. veleiateatro. com) con uno spettacolo di parole e musica sul secondo canto dell'Eneide in cui l'eroe virgiliano racconta la distruzione della sua città, Troia.
Popolizio è oggi uno dei migliori attori in circolazione, ha una presenza scenica e una voce davvero straordinarie. E' anzitutto un attore di salda preparazione e grande esperienza: studiò all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico di Roma e divenne l'attore di punta di Luca Ronconi da cui è stato diretto decine di volte. Ha lavorato molto anche con Massimo Castri: con il suo Misantropo prodotto dal Piccolo di Milano, lo abbiamo visto protagonista nell'ultima stagione di prosa del Municipale di Piacenza («e mi rivedrete nella prossima stagione con il nuovo spettacolo con cui ho debuttato quest'anno al Piccolo di Milano: Blackbird di Harrower, con Anna Della Rosa) ».
La voce di Popolizio è nota anche a chi non frequenta il teatro, perché è il doppiatore di Tom Cruise in Eyes wide shut, di Kenneth Branagh in Hamlet (gli è valso il Nastro d'argento), di Ralph Fiennes in Harry Potter, di Tim Roth in La leggenda del pianista sull'oceano. Per il cinema ha lavorato anche come interprete in Romanzo criminale di Placido, Mio fratello è figlio unico di Luchetti, Il divo di Sorrentino.
Non è nuovo neppure a letture sceniche come quella di Veleia: l'esperimento di recitare l'Eneide l'aveva visto protagonista alcuni anni fa a Roma. Un'iniziativa che aveva avuto grandissimo successo. Con la gente che faceva la fila per sentire l'Eneide.
«Ogni giorno leggevamo un libro del poema - ci racconta Popolizio - Eravamo al mercato di Traiano, un luogo stupendo. Uno dei più importanti della città, che l'amministrazione comunale di allora ci aveva messo a disposizione. Ne uscì un'idea da romanzo di appendice: ogni sera un libro. Sul perché del successo di pubblico, direi anzitutto che l'Eneide è piaciuta perché è bella. Molti l'avevano letta e mai più riletta. Questa familiarità con il testo, li attirava alle serate. Molti non l'avevano mai letta e pensavano fosse noiosa ma ne sono rimasti incantati».
Quanto "rende" la lettura ad alta voce rispetto al testo scritto? In fondo questi poemi hanno origine nell'oralità.
«Il testo è pensato per essere "detto". I soggetti vengono continuamente ripetuti, per consentire al lettore di non perdersi. Noi tendiamo a sottolineare la forza del verso, il ritmo interno».
Abbiamo appena assistito alla «Cassandra» di Elisabetta Pozzi, sempre a Veleia. Del mito della profetessa non creduta, lei dà una lettura attuale, associando la distruzione di Troia alle distruzioni d'oggi. Può dirsi lo stesso anche per il racconto dell'«Eneide»?
«I grandi classici hanno questo: sono universali. E l'Eneide è la madre di tutti i classici. Il legame con l'attualità lo costruisce il pubblico, automaticamente, ascoltando il racconto di Enea, della distruzione di Troia: le vergini violate, la violenza. Il raffronto con quanto accaduto ad esempio in Jugoslavia, in Zaire, è inevitabile. Non c'è bisogno di calcare la mano. Questi poemi parlano dell'umanità e anche del male dell'umanità».
Un'immagine che le è rimasta particolarmente impressa?
«Mi piace parlare di immagine, perché con la voce si cerca di rendere vivi i personaggi. E' come se un racconto sonoro diventasse visivo. Mi rimane l'immagine finale di Enea, che tiene per mano Ascanio e sulle spalle il padre Anchise. E' il segno di un rispetto profondo nei confronti degli anziani, che la nostra società dovrebbe recuperare».
Non sarà solo in scena: con lei, il musicista e compositore Stefano Saletti.
«E una vocalist. Sì: non sarà un semplice accompagnamento musicale, ma un dialogo tra voce e musica. Dialogo dinamico e vivo».
Donata Meneghelli