Domenica 22 Maggio 2011 - Libertà
In programma il "Concerto per violino e orchestra" e tre struggenti pagine sinfoniche di Liszt: dal "Mephisto-Walzer" al "Corteo notturno"
di LEA ROSSI
Il programma di sala riportava, l'altra sera al Municipale, la famosa "boutade" con la quale Pablo de Sarasate, il grande virtuoso spagnolo, liquidò il Concerto per violino e orchestra di Brahms: "Non nego che ci sia qua e là della buona musica: ma mi considerate così privo di buon gusto da restarmene piantato in mezzo al palco, col violino in mano, ad ascoltare l'oboe che nell'Adagio suona l'unica melodia di tutto il concerto? ". L'obiezione del focoso violinista non è del tutto infondata, infatti il Concerto di Brahms possiede una vera e propria struttura sinfonica e in nessun frangente l'orchestra si limita ad "accompagnare" le evoluzioni del violino.
Sergej Krylov (con il suo violino Stradivari "Scotland University" della Collezione Sau-Wing Lam su concessione della Fondazione Stradivari di Cremona) è stato fin dal suo ingresso energico, determinato e sonoro nel contrapporsi all'insieme della Filarmonica Toscanini, diretta da Asher Fisch; incisivo nell'Allegro ma non troppo, impetuoso nell'impervia cadenza espressa con vigore; intenso nel secondo movimento, Adagio, incentrato appunto sullo splendido tema che l'oboe presenta accompagnato da una strumentazione di legni e corni, dove la scrittura solistica fluisce in prodigiosi arabeschi. Nel conclusivo Allegro giocoso, ma non troppo vivace Krylov ha proseguito col suo suono materico per dar voce allo spirito tzigano e all'intenso brillio di sonorità.
Bella la densità sonora dell'orchestra e il rivolgersi di Krylov alla spalla dei primi violini, Mihaela Costea, in alcuni momenti dell'opera.
Brahms dedicò il Concerto op. 77 al suo caro amico Joseph Joachim, grande violinista che fu in un primo momento coinvolto nella scrittura della parte solistica, ma nella stesura i suoi consigli non vennero ascoltati perché le difficoltà tecniche del violino non sono finalizzate alla mera esibizione virtuosistica, ma funzionali alla particolare densità dell'espressione musicale brahmsiana.
L'ulteriore conferma della caratura violinistica di Krylov il pubblico l'ha avuta quando, in risposta ai numerosi "bravo" e agli applausi del pubblico, ha superbamente eseguito l'Adagio e la Fuga della Sonata n. 1 BWV 1001 di Bach, offerti come bis. Un'esecuzione magistrale in cui ha coniugato bellezza del suono e morbidezza dell'arco.
Per riuscire ad interrompere i ripetuti richiami in scena del pubblico, Krylov ha infine preso per mano Costea e l'ha condotta fuori dal palcoscenico, seguiti dalle fila dell'orchestra.
La seconda parte del concerto ha visto tre pagine sinfoniche di Liszt, opere descrittive che mettono in musica richiami, sensazioni e suggestioni, tracce del mito di Faust.
Dapprima il Secondo Mephisto-Walzer per orchestra S111 pagina orchestralmente densa, ricca e varia; quindi due episodi dal Faust di Lenau: Corteo notturno e il Primo Mephisto-Walzer (La danza dell'osteria del villaggio) , pezzi di efficacia strumentale che Fisch ha condotto attraverso una direzione chiara e misurata.