Martedì 24 Maggio 2011 - Libertà
Il parco della Villa Colombare Banchero meta di visitatori curiosi: un percorso botanico e un itinerario storico-architettonico
pontenure - Il parco di una villa privata nella campagna di Pontenure come esempio di appassionata tutela del verde, ma anche le pressanti tematiche di come concepire gli spazi pubblici contemporanei senza tradire la cultura millenaria che abbiamo alle spalle.
Per portare ancora una volta l'attenzione sui valori del paesaggio, il Fai (Fondo ambiente italiano) ha promosso insieme alla Fondazione di Piacenza e Vigevano la manifestazione Giardini aperti, che di anno in anno porta il pubblico a scoprire aree verdi del Piacentino che di solito non sono accessibili ai visitatori. Protagonista dell'edizione 2011, che ha visto ieri una numerosa adesione, con l'attenta regia a cura del Gruppo giovani del Fai, è stata Villa Colombare Banchero di Potenure, situata non lontano dalla via Emilia e dal corso del Nure, il cui parco ha aperto le porte grazie alla disponibilità degli attuali proprietari, la famiglia Canevaro.
La visita, condotta dai volontari del Fai, si è articolata in un percorso botanico e in un itinerario storico-architettonico, per illustrare i principali elementi di questa tipologia di residenza sorta per la villeggiatura e la gestione dell'attività agricola, alla quale erano riservati i rustici nelle adiacenze dell'abitazione padronale. Un edificio che si presenta articolato in più corpi, segnati anche dai diversi passaggi di proprietà che hanno rimodellato le architetture a seconda dei gusti e delle epoche. Mimma Berzolla Grandi ha evidenziato i richiami neomedievaleggianti nel muro in laterizio che collega due torri cilindriche alla villa, l'origine cinquecentesca della torre d'avvistamento, poi colombaia, ma soprattutto l'eleganza del doppio loggiato tra la torre colombaia e la casa, alcune caratteristiche del quale hanno suggerito un'ipotesi suggestiva: «Potrebbe trattarsi del lato di un chiostro? » si è domandata Berzolla. «Non abbiamo nessun supporto documentario, ma chissà che qui non ci fosse in precedenza un convento trasformato successivamente in residenza».
La visita ha compreso anche il piccolo oratorio, intitolato prima a San Giuseppe, quindi alla Madonna: «Gli anziani di questa zona ancora ricordano quando venivano per la devozione del mese di maggio. Adesso si celebra la messa il 12 settembre, ricorrenza del Nome di Maria». Tante le specificità botaniche, messe in luce dall'agronomo Silvano Locardi, responsabile del Gruppo Giovani del Fai. Tra le "chicche", i monumentali esemplari di noce nero, diventato una rarità non più coltivata nell'industria florovivaistica, e il filare di bagolari dalle notevoli dimensioni, piante in passato utilizzate per le alberature stradali, mentre ora si tende a sostituirle con essenze a sviluppo più contenuto.
Maestosa anche la Sophora japonica, lo stesso albero, molto di moda nell'Ottocento, che ombreggiava viale Risorgimento, prima che tutte le piante venissero di recente abbattute. Il parco di villa Colombare Banchero è stato probabilmente impiantato nella prima metà del XIX secolo. Realtà viva come tutte le aree verdi, ha mantenuto un indubbio fascino, perché «sono stati compiuti interventi molto oculati».
Tra i visitatori, Domenico Ferrari Cesena, capo delegazione del Fai di Piacenza, e Tiziana Libè, vicedirettore generale della Fondazione. Il pomeriggio si è concluso con la conversazione Percepire paesaggi, relatori: Massimo Venturi Ferriolo, docente di estetica al Politecnico di Milano, e Chiara Locardi, architetto paesaggista, che hanno condiviso con la platea stimolanti riflessioni sulla questione del paesaggio contemporaneo e su come traslare l'idea di paesaggio mediterraneo all'interno del contesto urbano nella progettazione del verde pubblico, a disposizione dell'intera collettività.
Anna Anselmi