Mercoledì 25 Maggio 2011 - Libertà
Khacaturian, rigore e passione
Calorosi applausi al Trio Pakosky per i Matinées del Nicolini. In Conservatorio prosegue la rassegna proposta in collaborazione con Home Gallery
PIACENZA - Quinto appuntamento de I matineés del Nicolini offerti dal Conservatorio con la cura di Home Gallery. Di scena il Trio Pakosky, in un programma di musica e danze del Novecento. Il Trio è attivo dal 2008, formato da Keiko Yazawa (pianoforte), Paolo Costanzo (violino), Darko Jovanovic (clarinetto), per sollecitazione e con la guida dei docenti Marco Decimo e Anna Sorrento.
Paolo Costanzo è di casa al Nicolini dove ha completato gli studi. Si è specializzato nel repertorio contemporaneo con il maestro Enzo Porta. Si dedica anche alla prassi barocca con l'uso di strumenti originali. Partecipa, ospite, in formazioni cameristiche, a festival anche di jazz, tipo Clusone Fest. Kaiko Yazawa, originaria di Tokyo, ha studiato al College of Music Kumitaki. Al Nicolini ha studiato con il maestro Marco Alpi ed è assistente di classe di musica da camera di Anna Sorrento. Darko Jovanovic, di origine serba, si è diplomato al liceo musicale di Novi Sad nel 2006. Si è specializzato al Conservatorio "Nicolini" con il maestro Paolo Beltramini. Svolge il corso per professori d'orchestra alla Fondazione Pergolesi come primo clarinetto e al Mozarteum di Salisburgo.
Il programma ha offerto composizioni d'autori del Novecento, a cominciare dal Trio del 1932 di Aram Khacaturian, compositore armeno (1903-1978). La sua ampia produzione è ispirata al folclore d'origine. Anche nella composizione interpretata con autorevolezza dal Trio Pakosky si coglie una passionalità spontanea fatta di voci volutamente dissonanti; il clarinetto solo, nel terzo movimento, detta il tema, segue il pianoforte e il violino si impone in crescendo. Darius Milhaud (1892-1974) da Aix en Provence fu segretario di Paul Claudel, allora ambasciatore in Brasile, ed ebbe modo di approfondire il folclore di quel paese, così da utilizzarlo nelle sue composizioni successive. Fece parte a Parigi del "Gruppo dei Sei" con Cocteau e Satie. Già nell'Ouverture della Suite op. 157b del 1936 si colgono evidenti le contaminazioni, l'invito all'allegria, il gusto del gioco con sovrapposizioni di voci, sulla nota tenuta del violino. Non a caso Divertissement, Jeu. Introduction e Final ad annunciare le invenzioni del contemporaneo Igor Stravinskij, proposto nella Suite da L'Histoire du soldat (1919). Figlio d'arte, Stravinskij fu indirizzato agli studi di legge. Decisivo fu l'incontro con Rimskij Korsakov e successivamente con Diaghilev, ovvero "I balletti Russi". L'histoire du soldat rende il clima d'una Parigi ribelle, dopo la tragedia della guerra, in cui Picasso andava imponendo le sue creazioni irriverenti, rivoluzionarie, post-impressioniste, per dare libero campo all'invenzione, alla fantasia febbrile, a passo di marcia.
Marche du soldat apre la Suite in modo gioioso e ironico. Stravinskij si sbizzarrisce con tango, interpretato in modo originale, valse e rag, per finire con la irrompente Danse du diable. Prossimo appuntamento dei Matinées domenica con Fantasmagorie di suoni e colori con il mezzosoprano Anna Maria Chiuri, al pianoforte Marco Alpi.
Gian Carlo Andreoli