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Lunedì 30 Maggio 2011 - Libertà

L'oro trafugato dai tedeschi: storia intrigante che conduce nelle viscere del monte Soratte

"Il tesoro di Sant'Oreste" di Aurelio Santopadre

piacenza - Dove sono finiti i mille chilogrammi d'oro che ancora mancano all'appello sulle 120 tonnellate di preziosi lingotti trafugati dai tedeschi alla Banca d'Italia e riemersi a poco a poco dopo il 1945? Nel romanzo Il tesoro di Sant'Oreste Aurelio Santopadre, medico pediatra romano con la passione per la scrittura, propone una sua ipotesi per spiegare una possibile soluzione del mistero.
«Naturalmente mi muovo sul terreno della fantasia, perché a oggi cosa sia effettivamente successo a quel quantitativo d'oro nessuno lo sa» spiega Santopadre, che è intervenuto all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano all'incontro di presentazione del libro, insieme a Fausto Frontini, che ha suggellato l'iniziativa proponendo al pianoforte una carrellata di melodie della tradizione romana. La località di Sant'Oreste, alla quale allude il titolo del volume, è infatti un paese laziale, situato nei pressi del monte Soratte, le cui grotte carsiche, secondo una leggenda longeva, nasconderebbero quella parte dell'oro della Banca d'Italia che i nazisti non riuscirono a portare in Germania.
«950 chili d'oro al cambio attuale corrisponderebbero a 27-28 milioni di euro, per cui si tratta di un ingente valore, sulla cui sorte in tanti si sono interrogati». Santopadre ricorda di aver sentito fin da bambino la storia del tesoro celato nelle viscere del monte Soratte, una cima dal profilo inconfondibile: «Si erge quasi come un'isola nella pianura ed è molto ben visibile percorrendo l'autostrada che da Roma sale verso il Nord. Quando passavamo di lì, mio padre mi raccontava sempre che il monte Soratte racchiudeva un tesoro».
Per arrivare alla stesura del romanzo, Santopadre ha compiuto ricerche per trovare una documentazione tale da rendere plausibile quanto da lui immaginato. A parte il prologo ambientato nel settembre 1943, la vicenda si svolge ai giorni nostri, in un intreccio avventuroso che prende il via dalla lettura del testamento di un ex maggiore della Wermacht che aveva giocato un ruolo nel destino dei fantomatici lingotti. Gli eredi dalla Germania si precipitano quindi in Italia per scovare l'inaspettata sorpresa, ma dovranno cimentarsi in una caccia dagli esiti imprevedibili.
Se la trama e i personaggi si sviluppano sul piano della finzione letteraria, i luoghi sono invece quelli reali, a cominciare da Sant'Oreste, paesino da cui partono i tour alle grotte carsiche guidati dall'associazione Bunker Soratte: «Durante la seconda guerra mondiale, le grotte vennero trasformate in un sistema di bunker e depositi, che adesso si possono visitare. Nel periodo della guerra fredda, vi venne invece ricavato il bunker antiatomico che, in caso di attacco nucleare, avrebbe dovuto accogliere le massime cariche dello Stato». Il governo italiano, tra l'altro, diede in un certo senso credito alle voci sul fatto che qui fosse stata dislocata una porzione del tesoro: «Furono promosse ricerche, che però non diedero il risultato sperato».
Tra tanti arcani, singolare è anche la via che ha portato l'inedito di Santopadre nelle librerie. «Ho scritto diverse favole per bambini e cinque romanzi, ma per diletto, senza mai pensare alla pubblicazione». La perdita per strada della chiavetta dove aveva salvato il testo, fortuitamente ritrovata nella capitale da un operatore ecologico originario di Sant'Oreste, ha fatto sì che Il tesoro di Sant'Oreste rappresentasse un'eccezione. «Mi telefonò il presidente della Proloco di Sant'Oreste, interessato a che la storia venisse data alle stampe». Come poi è avvenuto, per i tipi delle edizioni Sabinae, riportando all'attenzione un borgo caratteristico e una pagina oscura della storia avvolta ormai nella leggenda.

Anna Anselmi

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