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Venerdì 20 Maggio 2011 - Libertà

Vincenzi: «Una rete di relazioni per restituire identità e dignità»

Una nuova occupazione significa ridare speranza di vita

alseno - All'Orto Botanico un educatore professionale segue gli inserimenti del personale. E' un prezioso anello di congiunzione tra la cooperativa e i servizi sociali, ma anche tra i lavoratori appartenenti alle diverse etnie; e svolge un'azione di supporto psicologico per il personale svantaggiato. Che nel lavoro trae beneficio. «Il lavoro è casa, identità, è vita. Dare lavoro, significa ridare speranza, ordine alla propria vita. Rieducare alla responsabilità. Ridare dignità», a parlare è l'educatore professionale ma anche responsabile del settore igiene ambientale di Orto Botanico, Daniele Vincenzi.
Un uomo che ha un'esperienza consolidata nell'ambito del sociale e del reinserimento di persone in difficoltà. Il suo impegno professionale nacque vari anni fa con don Giorgio Bosini e con il percorso di accoglienza del Ceis-La Ricerca, per il recupero dei ragazzi tossicodipendenti. «Sono stato operatore terapeutico alla comunità, ho lavorato all'accoglienza sullo stradone Farnese e poi sono stato educatore nel reinserimento dei ragazzi, sempre nel "Progetto uomo" applicato a Piacenza da don Bosini. Ho poi lavorato dal 2006 al 2009 presso il centro di osservazione e diagnosi (Cod) del Sert di Piacenza sotto la direzione educativa di Ester Tosca. Da un paio d'anni sono approdato all'Orto Botanico, dove seguo persone svantaggiate, tenendo contatti con le strutture, con i servizi sociali, con i soggetti che promuovono le borse lavoro. Sono utili, per questa rete, tutte le relazioni costruite in questi anni. Il lavoro - sottolinea Vincenzi - è la prima cosa che ti permette di reimparare, a ritagliarti il tuo spazio, nella vita, in modo dignitoso. E' un lavoro vero. Anzi, direi piuttosto duro. Ci si alza alle 4 della mattina, per chi è addetto al servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta. Che piova, nevichi, o faccia freddo, tu sei fuori a lavorare. Devi abituarti ai ritmi di lavoro, a rispettare gli orari, la tabella di marcia, i compiti, i colleghi. E' un confronto, insomma, con il mondo vero». Un confronto importante per ex tossici, ex alcolisti, ex detenuti. Alcuni lavoratori più deboli, come gli psichiatrici, sono invece impiegati in ambiente maggiormente protetto, in particolare al vivaio lungo la via Emilia. «In tutti i casi citati - conclude Vincenzi - è importantissima la relazione con la famiglia, i servizi sociali, i terapeuti. Si tratta di un lavoro di rete, che altrimenti perderebbe parte della sua efficacia». Anche le istituzioni del territorio condividono in molti casi con l'Orto Botanico questo sforzo di reinserimento lavorativo. In particolare la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha garantito il suo supporto ad alcuni progetti in risposta alle nuove condizioni di povertà ed esclusione aggravatesi con la crisi economica.

d. m.

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