Sabato 21 Maggio 2011 - Libertà
Stefano Bruzzi, la poetica della neve
Piacenza ricorda il pittore nel centenario della morte con una mostra ad ottobre
di ANNA ANSELMI
Piacenza ricorderà il centenario della morte del pittore Stefano Bruzzi (1835 - 1911) con una mostra dedicata alla poetica della neve allestita alla Galleria d'arte moderna Ricci Oddi dal 22 ottobre 2011 al 19 febbraio 2012. Un'ulteriore importante tematica verrà analizzata nell'esposizione su Bruzzi e i macchiaioli, che inaugurerà un nuovo spazio espositivo della Fondazione di Piacenza e Vigevano a Palazzo Rota Pisaroni, mentre è ancora in via di definizione l'omaggio del Comune di Farini all'artista tanto profondamente legato al nostro Appennino e, in particolare, alla Valnure.
Ieri della mostra Stefano Bruzzi. La poetica della neve ha parlato alla Ricci Oddi il curatore Andrea Baboni, storico della pittura italiana del XIX secolo e, insieme a Ferdinando Arisi, autore del monumentale catalogo sull'opera di Bruzzi, pubblicato nel 2000 dalla casa editrice Tipleco. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche: Vittorio Anelli, presidente del consiglio d'amministrazione della Ricci Oddi, e Stefano Perrucci, presidente della commissione cultura del Comune di Piacenza. Presenti anche Antonella Gigli, dirigente del settore cultura, Leonardo Bragalini, vicepresidente della Ricci Oddi, e Maria Grazia Cacopardi, coordinatrice del museo di via San Siro.
Per Baboni, Bruzzi rimane il più importante pittore piacentino dell'Ottocento, con una carriera segnata dal successo e da riconoscimenti prestigiosi specie dagli anni Ottanta del secolo XIX. Purtroppo però la critica del Novecento se ne è dimenticata. Il ponderoso volume Tipleco ha coinciso con un momento importante nella riscoperta dell'artista, soprattutto per quanto riguarda l'ampio capitolo della produzione giovanile, ma da allora - ha spiegato Baboni - altre opere sono emerse a illuminare il percorso di un pittore che con Nino Costa fu tra i precursori della pittura dal vero.
Seguendo gli spostamenti della famiglia, Bruzzi visse non solo a Piacenza, ma a Roma, Bologna e Firenze, dove si stabilì nel 1875 aprendo lo studio lungo il Mugnone, accanto ai colleghi macchiaioli. «Eppure i suoi quadri rimasero sempre ambientati nell'Appennino piacentino, con un fulcro ben preciso, Roncolo di Groppallo, senza mai cimentarsi con soggetti toscani». Pienamente figlio dell'Italia del risorgimento, cercò di arruolarsi per combattere contro gli austriaci: «Per vari motivi non gli fu possibile, però aderì emotivamente alle guerre d'indipendenza e si schierò a favore del rinnovamento».
In mostra si potranno vedere anche capolavori ritrovati o inediti, tra i quali Baboni ha citato: Prime giornate di bel tempo, esposto alla Società per le Belle Arti di Brera a Milano nel 1872; Spaccalegna, datato 1873; Mulattieri dell'Appennino, in due versioni databili intorno al 1875; In cammino; Ritorno all'ovile e La mandria sperduta ammirato all'Esposizione Nazionale di Milano nel 1881, giudicato da Nino Costa "uno dei migliori quadri dell'esposizione…per carattere, sentimento intimo, e sincero della natura". Anelli ha evidenziato come finalità della mostra sia anche «accrescere le conoscenze su Bruzzi», invitando chi possedesse opere dell'artista con paesaggi innevati a contattare la Ricci Oddi. «Nelle intenzioni del Comune e della Galleria questa mostra - ha quindi precisato Anelli - non vuole porsi come momento isolato, ma come tappa del processo di avvicinamento a Palazzo Ex-Enel», l'edificio di proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano, nel quale è previsto l'ampliamento del museo di via San Siro. Auspicio condiviso da Perrucci, che ha accennato alle valenze non solo culturali, ma anche di promozione turistica del territorio dimostrate da eventi espositivi di qualità.