Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Venerdì 3 Giugno 2011 - Libertà

«Il Trio Lescano rallegrò l'animo degli italiani nel Dopoguerra»

Ne ha parlato a Piacenza Bozzo, produttore delle Sorelle Marinetti

piacenza - «La storia è fatta di incontri fortunati, di persone che sono state osservatori. Eppure recuperare le loro vicende è importante». Parola di Giorgio Umberto Bozzo, produttore delle Sorelle Marinetti ma soprattutto studioso di quello straordinario fenomeno musicale che è stato il Trio Lescano. Proprio all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano Bozzo è giunto, grazie all'impegno di Enzo Latronico dell'associazione culturale Cineroad, per parlare de Le topoline dell'Eiar. Il mito del Trio Lescano e l'epopea swing della radio: lo studioso non ha semplicemente ripercorso la vicenda del trio vocale formato dalle sorelle Alexandrina, Judith e Kitty Leschan, ma ha riportato alla luce una storia, quella della radio a cavallo tra gli anni ‘30 e ‘40. Parlare del Trio Lescano, dei suoi esordi in una compagnia di danze acrobatiche e dei successi straordinari raccolti nel giro di 7 anni, ma anche delle discriminazioni a causa della madre ebrea e dei problemi nel confrontarsi con la realtà musicalmente mutata del dopoguerra, significa infatti immergersi nel clima di quel ventennio. Bozzo lo ha fatto con quella straordinaria vena narrativa che lo contraddistingue: il giornalista ha ripercorso le tappe delle "olandesine" a partire dalla compagnia di ballo formata dalla madre delle Leschan e dalle due figlie maggiori insieme ad altre ragazze e dall'approdo a Madrid e poi in Siria e in Libano.
«Ad accompagnarle è una relativa fortuna - ha spiegato Bozzo all'inizio dell'incontro - a Barcellona nel 1930 c'è l'incontro con Enrico Portino che diventa il direttore artistico di questo balletto: il gruppo The Sunday Girls si esibisce nei migliori locali d'Europa e torna in Italia nel 1935». Nel settembre di quell'anno il Teatro Augustus di Genova ingaggia le "ragazze di Portino"; pochi mesi dopo il Trio, con l'ingresso dell'ultima sorella Caterinetta, incide il suo primo brano per l'etichetta di stato Cetra.
«Cosa è successo in quei mesi? » è la domanda a cui Bozzo ha cercato di dare una risposta: «Non lo sapremo forse mai con certezza, resta il fatto che, probabilmente in una sala da ballo torinese, le sorelle incontrano Carlo Prato, musicista e grande appassionato di teatro che le prepara vocalmente, facendole provare anche 12 ore al giorno sulla tecnica del canto armonizzato: il miracolo si compie e in pochi anni il Trio incide oltre 350 canzoni».
Solo la guerra riesce ad arrestare un talento apprezzato anche dal duce: nel 1946 il Trio torna a Torino ed espatria infine in America Latina. Alexandra è l'unica a tornare in Italia: a Salsomaggiore l'unica "topolina dell'Eiar" superstite vive fino alla morte, nel 1987, quasi in incognito. Nel 1984 è ancora un caso fortuito quello che porta un giornalista a intervistarla, in una registrazione portata da Bozzo all'Auditorium: in essa non c'è semplicemente la voce di un'anziana, ma quella di chi ha scritto la storia. O meglio l'ha cantata a ritmo di "tuli-tuli-tulipan".

Betty Paraboschi

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio