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Domenica 27 Marzo 2011 - Libertà

La lezione di Maynard Keynes in tempi di crisi è sempre viva

Ieri sera a "Industriando" su Telelibertà ospiti Rizzi e Timpano

piacenza - L'utilizzo del bilancio pubblico come leva dell'economia è dovuto in larga misura al contributo di John Maynard Keynes, l'economista britannico che, in contrasto con la teoria economica neoclassica, ha sostenuto la necessità dell'intervento pubblico qualora una insufficiente domanda aggregata non riesca a garantire la piena occupazione.
Questa impostazione, messa in discussione da molti, resta di immutata rilevanza. E' questo il contenuto della puntata di Industriando andata in onda ieri sera con la partecipazione di Francesco Timpano, docente di Politica economica della Cattolica ed Augusto Rizzi, Consigliere incaricato della Fondazione di Piacenza e Vigevano per la ricerca e l'innovazione. Quando la spesa pubblica aumenta per effetto delle cosiddette manovre fiscali espansive - ha spiegato il professore - si ha un aumento anche della produzione e dell'occupazione. E' per questo che i Governi in tempi di crisi mettono mano al portafogli. Ma non si può andare avanti all'infinito perché la contropartita è un peggioramento dei conti pubblici, con conseguente maggior indebitamento ed effetto depressivo sugli investimenti privati che diventano meno convenienti. Un eccesso di spesa pubblica poi, specie se finanziata stampando moneta, determina rischi inflazionistici. Nel lungo periodo può determinare distorsioni eccessive. Per questo occorre tenere sotto controllo la dinamica del deficit che è dato dalla differenza tra spese per beni e servizi più interessi sui titoli di stato meno le entrate fiscali.
Anche le riduzioni delle tasse vanno trattate con la dovuta cautela, poiché se esse da un lato sono importanti per rendere l'economia più dinamica, dall'altro possono essere pericolose se non avvengono con il contemporaneo ridimensionamento della spesa pubblica. In Italia il deficit pubblico è negativo da diversi anni: abbiamo pagato gli interessi ma complessivamente non siamo stati capaci di diminuire il debito, che nel 2010 ammontava a 1842 miliardi di €, con un deficit di 77 miliardi. Le opere pubbliche sono una componente importante della spesa pubblica. Lo sono certamente le strade, le scuole o gli ospedali, ma anche le case. Quanto a quest'ultimo tema, ha precisato Augusto Rizzi, la novità di questi ultimi anni sta nell'attenzione posta al cosiddetto social housing, ovverossia quella edilizia residenziale che si rivolge a fasce di popolazione con redditi medi, per i quali l'acquisto della casa è difficoltoso, ma che sono esclusi dall'edilizia popolare. E' infatti del 2008 il provvedimento legislativo che assegna anche alla Fondazioni bancarie un importante ruolo di finanziatori di queste iniziative che a Milano e Parma sono già decollate.
A Piacenza, la nostra Fondazione ha finanziato uno studio curaro dal Politecnico di Milano ed i suoi risultati sono stati consegnati alle pubbliche amministrazioni ed all'Acer affinché potessero trarre indicazioni utili a varare piani di social housing anche nel nostro territorio.

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