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Sabato 26 Marzo 2011 - Libertà

Il congedo di Sergio Giglio, tanto orgoglio, un cruccio

«Siamo cresciuti più di tutte le altre associazioni in Regione». Il progetto "sfumato" sulle aree militari. Il valore dell'impresa

Un fine paesaggio di De Pisis, nature morte di grande qualità, una veduta di piazza Cavalli. Sergio Giglio riceve i giornalisti di Telelibertà e di Libertà nella bella sala-riunioni della Biomedica Santa Lucia a Gragnanino. Il presidente uscente di Confindustria Piacenza dopo tre mandati biennali si sente già pienamente rientrato nel ruolo di imprenditore. Lunedì si saprà il nome del successore. E' tempo di bilanci che Giglio trapunta spesso con la parola "orgoglio". E qualche legittimo dispiacere. Cominciamo da qui.
Un'idea non realizzata? «Il progetto europeo per le aree militari - confida - lo avevamo proposto, l'avremmo dato come regalo, non è andata. E' stato uno dei miei grandi crucci. Era indipendente da interessi imprenditoriali per l'indomani, c'era interesse vero per la città che se non si ristruttura bene, vivrà male».
Una partita ancora aperta? Expo 2015: «La provincia dovrà sostenere una sfida, se le piccole e medie imprese non capiscono l'importanza di far rete di per poter entrare in un discorso così grosso porteremo a casa solo briciole, non sarà il metro leggero a far vivere meglio e a consentire sviluppo». Detto questo, sei anni alla guida di Confindustria «sono volati via fra impegni, problemi, crisi grandi e piccole per l'economia del territorio». E l'ultima, la più grave. «Auguro al mio successore di non essere così sfortunato... e la raccomandazione che gli lascio è di stare calmo, di avere tanta pazienza» chiosa un Giglio scherzoso, ma fino a un certo punto. E per chi lo sostituirà (ormai è certo il candidato unico) l'imprenditore vede un profilo fortemente internazionale, orientato alla ricerca e all'innovazione, all'esportazione («unici mezzi per sopravvivere»). «Le piccole e medie imprese - avverte - stanno soffrendo molto». Tra Libia e Giappone, l'orizzonte è buio. Si prevede un aumento del 30 per cento del costo del gas e del 16 per cento di quello dell'energia elettrica. Questi ricarichi sono un guaio, non li si può far pesare su prodotti "poveri" «E' importantissimo che le nostre autorità pensino in maniera equilibrata». Niente panico, sostegno vero alle aziende. «Ho conosciuto in questi anni grandi imprenditori - racconta Giglio con fierezza - che si alzano la mattina, vanno in giro per il mondo con i loro prodotti, rientrano a casa la sera tardi. Confindustria oggi ha 25 mila dipendenti, 12 miliardi di fatturato, 500 aziende, siamo cresciuti più del 13 per cento, più di ogni altra associazione in Emilia Romagna, è motivo di grande orgoglio. Abbiamo aziende come Allied, Biffi, Bolzoni, Cementirossi, Mcm e Selta, Safta, Colla... e tanti altri. Fiori all'occhiello, di cui sono onorato di essere stato il rappresentante».
Della sua squadra, cita il "senior" preferito Gabriele Gasperini, Pinuccio Colla «un leader che esporta in tutto il mondo», Claudio Bassanetti che «fa un mestiere difficile con le escavazioni», Massimo Ratti, un manager «illuminato» e la new entry Nicola Parenti «un giovane di cui sentirete parlare». Buona anche la sintonia con la squadra di "struttura" in Confindustria. La base associativa? Se Giglio non è ancora riuscito ad assicurarsi l'iscrizione del suo miglior amico («una grande azienda che ha 300 dipendenti, esporta in tutto il mondo nel packaging») si dice però certo che si iscriverà con il prossimo presidente. E Nord Meccanica? «Tornerà da noi sicuramente» profetizza e sorride.
L'impegno a spingere le aziende a far massa critica - prosegue - ha dato buoni esiti con il Consorzio per l'autostrada Cremona-Mantova, i gruppi di acquisto, le convenzioni con le banche nei momenti difficili di accesso al credito, ora avanzano le irrinunciabili reti di impresa. Giglio ha puntato molto sulla internazionalizzazione, sulla formazione attraverso Forpin, sulle relazioni sindacali («mai avuto un'ora di sciopero») e sullo sforzo per evitare ogni volta che è stato possibile la chiusura di ditte; e cita i buoni uffici con le forze dell'ordine, la Camera di Commercio, la Fondazione, i parlamentari («salvo qualche battibecco»), la curia. Più burrascosi, sugli ultimi, i rapporti con il Comune: «Con il sindaco Reggi ho avuto un rapporto franco, nel tentativo di far rispettare le rispettive autonomie - puntualizza Giglio - quella politica da una parte, quella piena e sincera dell'impresa dall'altra. Pensiamo di essere un valore aggiunto per il territorio, quando percepiamo che questo viene capito poco o in parte, nasce un confronto che è stato anche aspro. Ma Reggi è un grande sindaco, sono onorato di aver fatto un pezzo di strada negli anni in cui lui ha governato, sarà un grande politico nel suo futuro, chiaramente abbiamo due caratteri abbastanza vigorosi, è nato un confronto che non ha mai trasceso in qualcosa di non istituzionale, un rapporto per noi di stimolo e per lui di indirizzo».
Ora viene l'azienda di famiglia, quella Biomedica che ha fatto grandi passi avanti: «Adesso che sono "disoccupato" mi dedicherò completamente alla famiglia, alle nostre aziende». Promessa di Sergio Giglio, imprenditore con il "turbo" come si dice di lui.

Patrizia Soffientini

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