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Domenica 20 Marzo 2011 - Libertà

Bimbi sempre più obesi, è allarme

In Emilia-Romagna il 26% è in sovrappeso. L'unico rimedio è prevenire

L'obesità infantile e poi adolescenziale è un "fenomeno esplosivo", con numeri allarmanti, che i genitori (mamme in prima fila) spesso sottovalutano. L'allarme è stato lanciato ieri con forza durante un convegno sul tema promosso e organizzato dal distretto 108 IB3 dei Lions.
In Emilia Romagna dati recenti mostrano una prevalenza del sovrappeso in età evolutiva del 26%: di questi, il 10,4 è obeso. Tra i 6 e i 9 anni si sale fino al 36%. Il dato allarmante è che il 25% dei bimbi obesi a 6 anni sarà un adulto obeso, come lo sarà addirittura l'80% degli adolescenti obesi. Sotto accusa - è stato ribadito ieri all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, gremito di presenza da tutto il Nord Italia - ci sono i fattori ambientali già presenti in tenera età: alimentazione non corretta e stile di vita prevalentemente sedentario. La parola chiave è "prevenire" perché «se l'obesità si struttura, solo il 10% riesce a tenere sotto controllo il peso a lungo termine».
La mattina di lavori si è aperta con i saluti di Francesco Rasi, governatore del distretto Lions 108 IB3 Italia e del presidente dell'ordine dei Medici di Piacenza Giuseppe Miserotti. Tutti i temi della giornata sono stati anticipati nell'intervento del coordinatore del dipartimento Lions della salute Giovanni Fasani: «Occorre fare gioco di squadra: non solo la famiglia, ma anche la sanità e la scuola». Da Filippo Rossi, ricercatore della facoltà di Agraria dell'università Cattolica, è arrivato uno spunto "naturale": «Mele, arance, sedano, the verde e soia contengono molecole che possono agire nei processi infiammatori indotti dall'obesità». «Solo nell'1% di casi è obesità genetica - ha spiegato poi Sara Riboni, pediatra all'ospedale di Piacenza - in tutti gli altri casi è l'ambiente che determina cattive abitudini».
Giacomo Biasucci, primario di Pediatria, ha insistito sulle "virtù" del latte materno, almeno fino a un anno, concetto poi ripreso da Stefano Mistura, direttore sanitario dell'Ausl di Piacenza. «Attraverso quello - ha spiegato lo psichiatra - il bambino impara a mangiare, bere, relazionarsi, giocare e anche lo stile dell'attaccamento». Il direttore sanitario ha spiegato che anche bambini e adolescenti possono essere depressi. Mancanza di autostima, insicurezza corporea, incapacità di concentrasi e tendenza all'isolamento sono alcuni sintomi, magari sfumati, e ci vuole perizia per coglierli. «Come stanno dimostrando stamattina i medici - ha evidenziato il direttore di Libertà Gaetano Rizzuto - le informazioni ci sono. Bisogna fare buona educazione e diffonderle. È un problema serio di comunicazione e i media devono partecipare, insieme agli altri soggetti coinvolti». Ribadendo l'impegno del quotidiano e dell'emittente televisiva, Rizzuto ha poi lanciato una proposta: «Facciamo una guida che aiuti i genitori a capire ed essere informati». «Studi hanno documentato la presenza di fattori di rischio coronarico - ha sostenuto poi Loris Maj, medico cardiologo e responsabile distretto Lions 108 IB3 - già nei bambini. L'obiettivo è quello di frenarne l'ascesa a partire dall'infanzia in modo che le nuove generazioni diventino, quando adulte, diverse da quelle attuali e protette contro la cardiopatia ischemica». «La prevenzione e cura dell'obesità sono una delle nostre sfide aperte», ha aggiunto Giuseppe Gregori, pediatra di libera scelta. «Non possiamo sottrarci a sostenere e responsabilizzare le famiglie per stili di vita più salutari». Per la salute del cuore - è stato quindi il tema dell'intervento di Daniela Aschieri, responsabile della Cardiologia territoriale - ci vuole più movimento: «È una necessità fisiologica per qualsiasi bambino». Infine, l'insegnante Roberto Lovattini ha posto l'accento sull'importanza della collaborazione scuola-famiglie-società per la formazione di stili di vita corretti nei bambini.

Silvia Barbieri

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