Venerdì 18 Marzo 2011 - Libertà
E stamane il teatro di Shakespeare al cinema
Prosegue al Filo il ciclo curato da Chiara Merli, in proiezione il capolavoro di Welles
di STEFANIA NIX
Shakespeare tra teatro e cinema, analizzato attraverso due opere fondamentali del bardo: Macbeth e Amleto. Walking shadows - Il teatro di Shakespeare dal palcoscenico al grande schermo è un laboratorio sul rapporto tra teatro e cinema rivolto alle scuole superiori e curato da Chiara Merli, organizzato da Teatro Gioco Vita nell'ambito del programma InFormazione Teatrale, proposto con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Il laboratorio intende fornire strumenti utili da un lato alla conoscenza dei fondamenti del linguaggio cinematografico, dall'altro, attraverso la visione, il commento e l'analisi dei film presentati, intende guidare gli studenti alla conoscenza approfondita di alcune opere letterarie di grande interesse.
Stamane alle ore 9.15 al Teatro dei Filodrammatici le scuole superiori saranno impegnate nella visione e nell'analisi di un capolavoro come il Macbeth diretto e interpretato da Orson Welles, autentica pietra miliare nella filmografia shakespeariana.
Sono previste un'introduzione al film, la sua visione e l'analisi di alcune sequenze funzionali ad individuare i punti di contatto e le differenze tra testo drammaturgico, letterario e filmico.
L'appuntamento è stato preceduto da un incontro propedeutico con gli studenti nel corso del quale Chiara Merli ha illustrato il rapporto tra teatro, cinema e letteratura, mettendo a fuoco gli elementi essenziali della relazione tra Shakespeare e il cinema.
Walking shadows proseguirà venerdì 29 aprile, sempre alle 9.15 al "Filo", con Amleto, proposto in un collage di frammenti tratti da due versioni storiche dell'opera del Bardo, quella firmata da Laurence Olivier nel 1948 (premiata con ben cinque Oscar, tutt'ora considerato uno dei migliori adattamenti cinematografici di testi di Shakespeare) e quella diretta da Kenneth Branagh, prima versione completa della tragedia mai portata sullo schermo.
«Se nel 1599 - afferma Chiara Merli - fosse esistito il cinematografo Shakespeare sarebbe stato il più grande regista del suo tempo. Si può dire che egli scrivesse per il cinematografo quando spezzettava l'azione in una serie di piccole scene, ed anticipava così la tecnica dello schermo, impaziente com'era, e come si dimostra in molti drammi, delle limitazioni paralizzanti del palcoscenico».