Venerdì 18 Marzo 2011 - Libertà
Podestà, tra arte e viaggi
Oggi in Fondazione presentazione di due libri sull'artista piacentino
piacenza - Appuntamento con l'arte e i viaggi oggi alle 18 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via S. Eufemia 12 per la presentazione dei libri Blood Red Art del filosofo francese Gérard Georges Lemaire e Kerepakupai-Merù del giornalista Carlo Francou. Entrambi i volumi hanno come filo conduttore la figura del pittore piacentino Giampiero Podestà. All'incontro parteciperà anche il noto critico d'arte Tommaso Trini Castelli.
In Blood Red Art Gérard Georges Lemaire analizza in maniera estremamente articolata l'attività artistica di Podestà mettendo in particolare rilievo la sua espressione pittorica. «Podestà prepara lui stesso i colori mescolando i suoi pigmenti e unendovi dei minerali tritati con cura per ottenere delle sfumature che appartengono solo a lui - spiega Lemaire -. Le sue ricette sono il frutto di una lunga ricerca al buio e di innumerevoli prove. Non ha appreso questa scienza dei colori solo da vecchi trattati o dalle gamme ereditate da illustri predecessori. La deve in gran parte alla tribù amerindia degli Yanomami con i quali ha vissuto negli anni Settanta. Questa popolazione, che vive nella foresta tropicale del Venezuela, ha una profonda conoscenza dell'arte di preparare i colori per le loro maschere da cerimonia. L'ha imparata con cura e, in seguito, l'ha trasposta per mettere a punto le sue decozioni. Da cui la doppia natura della sua pittura: di un'enorme uguaglianza quando la si guarda da lontano, ma che, vista da vicino, presenta una superficie rugosa somigliante a una scorticatura».
A dare riscontro delle vicende legate agli avventurosi viaggi amazzonici che Podestà intraprese negli anni Settanta è il volume Kerepakupai-Merù in cui Francou ripercorre un cammino quasi iniziatico fino al Salto Angel, la più alta cascata del mondo.
«Il mio universo è quel momento della vita interiore pertinente al mondo del colore e delle emozioni» commenta lo stesso Podestà. «Non sono arrivato alla monocromia casualmente, ma con un percorso lungo di lavoro, dopo essermi espresso in tutte le forme e in tutti i campi; una espressione importante è stata l'action-painting, la sazietà di tanti colori dipinti sulla tela mi ha portato ad una selezione tormentata. Mi interessa raggiungere la forma e il colore in tre dimensioni, voglio che si espanda fino al punto in cui si possa dissolvere in pigmento puro».
«Ogni colore ha reso importante anni della mia vita - sottolinea l'artista -. Dagli anni Novanta mi concentro sull'intensità del colore integrando al contempo il rosso, il blu e il nero». Nelle opere di Podestà il colore si muove come luce e tutto prende forma e movimento. Una ricerca dinamica che anche nell'incontro in Fondazione verrà messa in evidenza attraverso una coinvolgente scenografia luminosa curata da Betanit.