Mercoledì 30 Marzo 2011 - Libertà
«La Galleria Ricci Oddi scoppia»
Il consigliere Giorgio Fiori formalizza una proposta agli enti interessati che risolverebbe anche il problema della conservazione degli archivi ecclesiastici
«La Galleria "Ricci Oddi" scoppia, chiusa in una situazione asfittica, che non le consente più neppure di ricevere donazioni». A denunciare la situazione, proponendo una via di uscita, è Giorgio Fiori, consigliere di amministrazione del museo di via San Siro, nonché "topo d'archivio", come si definisce, e dunque interessato a garantire la conservazione del patrimonio degli archivi ecclesiastici, «che attualmente rischiano di andare dispersi e perduti per sempre». Come le due questioni possano intrecciarsi, Fiori lo ha spiegato in due lettere, inviate nei giorni scorsi rispettivamente a Giacomo Marazzi, presidente dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano (e per conoscenza all'assessore alla cultura Paolo Dosi e al presidente della Ricci Oddi, Vittorio Anelli), e al vescovo, monsignor Gianni Ambrosio (e per conoscenza al sindaco Roberto Reggi e a Marazzi). Fondazione, Comune e Curia sarebbero infatti gli attori principali della proposta suggerita da Fiori, il quale parte da un assunto: «Alla Ricci Oddi è stato offerto di espandersi nel Palazzo Ex-Enel, di proprietà della Fondazione, che dovrebbe anche accollarsi gli onerosi restauri per adeguarlo alla nuova funzione espositiva. Però i lavori non si vedono e siamo in una condizione di stallo. La Fondazione, del resto, non è tenuta - sostiene Fiori - a dar corso agli impegni presi dal predecessore di Marazzi, Giancarlo Mazzocchi. Il costo preventivato per la ristrutturazione è di cinque milioni di euro, secondo le stime dei progettisti. Una cifra enorme per la Fondazione, soprattutto in anni di vacche magre».
«Anche ammesso che il cantiere venisse realizzato, il palazzo Ex-Enel verrebbe concesso alla "Ricci Oddi" in comodato trentennale. Scaduto questo termine, si potrebbe teoricamente verificare - teme Fiori - uno smantellamento della galleria allestita nell'edificio di via Santa Franca, con ulteriori spese e polemiche. Comunque, il rinnovo non sarà automatico, per questo sono fermamente contrario a collocare le opere della Ricci Oddi nel Palazzo Ex-Enel, se non sarà di proprietà del Comune o della Ricci Oddi stessa».
Per raggiungere questo fine, l'idea dello storico piacentino è che la Fondazione doni il Palazzo Ex-Enel al Comune di Piacenza, che potrebbe contraccambiare, se verrà confermata la voce - annuncia Fiori - che all'ente locale dovrebbe presto arrivare dallo Stato, insieme all'area della Pertite, anche l'ex monastero di San Sisto, oggi caserma dei genio pontieri: «Si tratta di un complesso in perfette condizioni, ideale per ospitare gli Archivi ecclesiastici della diocesi". Per Fiori, dunque, il Comune, una volta ottenuto l'ex monastero, dovrebbe cederlo alla Curia, la quale potrebbe - argomenta Fiori - ricambiare con Palazzo Fogliani in via San Giovanni, che passerebbe nella disponibilità del Comune, il quale potrebbe a questo punto passare l'edificio alla Fondazione in cambio del Palazzo Ex-Enel. "La Fondazione -ipotizza Fiori - potrebbe vendere Palazzo Fogliani e con il ricavato fornire un contributo al Comune per il restauro della nuova sede della Ricci Oddi e alla Curia per l'acquisto delle scaffalature e degli arredi della nuova sede archivistica». In San Sisto, Fiori prospetta che potrebbe trovar posto anche il museo diocesano, mentre nella Ricci Oddi "allargata" vedrebbe bene una sezione sugli artisti nostri concittadini e una galleria di ritratti dei piacentini.
Anna Anselmi