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Mercoledì 23 Marzo 2011 - Libertà

di SERGIO ANELLI
Gentile direttore,
le scrivo per affrontare un argomento di grande attualità ma non ancora abbastanza "sentito" soprattutto a livello locale

di SERGIO ANELLI
Gentile direttore,
le scrivo per affrontare un argomento di grande attualità ma non ancora abbastanza "sentito" soprattutto a livello locale.
Giovedì 3 febbraio ho assistito alla proiezione del bel documentario "Il suolo minacciato", presso la fondazione di Piacenza e Vigevano.
Il film di Nicola Dall'Olio affronta il problema della cementificazione selvaggia che negli ultimi anni è stata applicata al territorio della provincia di Parma (ma potremmo tranquillamente riconoscere anche la provincia di Piacenza e tutta l'Emilia Romagna) mostrando in modo puntuale e con il supporto di esperti come si stia realizzando una sorta di megalopoli padana, fatta di periferie disordinate, poli logistici distribuiti senza criterio in un territorio considerato il più fertile d'Europa.
Una città diffusa senza riferimenti, piena di scatoloni in cemento e spazzatura ai bordi delle strade di cui nessuno si occupa. Il titolo di questo mio intervento l'ho preso a prestito dalla puntata di giovedì 10 febbraio della trasmissione "Tutta la città ne parla"di Radio 3 Rai.
L'argomento della puntata era appunto la cementificazione del Paese, gli abusi edilizi, i condoni e brutture di vario tipo. Un dato interessante emerso durante la trasmissione è che che a fronte delle 11 milioni di case per 48 milioni di abitanti in Italia nel 1951, nel 2000 gli abitanti siano cresciuti del 13%, mentre le case sono quasi triplicate, raggiungendo quota 28 milioni (in media una casa ogni due abitanti!).
Inoltre si stimava che a oggi ci sono 30 milioni di abitazioni per 60 milioni di abitanti e 600mila siti di grande impatto come centri commerciali e poli logistici che spesso, come da noi, sono delocalizzati in diversi comuni della provincia costringendo ogni giorno migliaia di Tir ad attraversare paesi che fino a dieci anni fa sostenevano solo il traffico automobilistico, con un notevole peggioramento della qualità della vita, per arrivare alla soluzione di costruire nuove tangenziali frazionando e deturpando per sempre il paesaggio agricolo.
La trasmissione rimandava gli accorati interventi degli ascoltatori da tutte le parti del Bel Paese per testimoniare le conseguenze irreversibili del costruire senza regole: dalla totale cementificazione delle coste in Liguria, agli abusi edilizi nel sud e brutture di vario tipo presenti in tutto il territorio nazionale.
Dal documentario di Dall'Olio emergono interessanti spunti per riflettere sul ruolo che ha la politica nella conservazione del territorio: alcune regioni della Francia come l'Ile de France hanno reso perenne la conservazione delle aree agricole intorno alle città.
In Germania una legge prevede che il consumo di suolo nazionale passi di colpo da 130 ettari al giorno a 30 ettari! Nella sola pianura padana abbiamo un consumo di 20 ettari al giorno. In Italia si parla di centinaia di ettari consumati.
La trasmissione radiofonica ha citato il libro di Paolo Minervino "Statale 18" (Fandango) che descrive come sulla direttrice della prima strada che va da Salerno a Reggio Calabria siano state costruite brutture in cemento di ogni tipo che hanno livellato e deturpato per sempre il paesaggio.
È la parola per sempre che non lascia scampo. È compito di tutti quello di combattere per una nuova politica territoriale, perché immaginare di svegliarsi una mattina e vedere la nostra pianura attraversata da una nostrana "Statale 18" ha qualcosa di drammatico.

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