Lunedì 11 Aprile 2011 - Libertà
Quei bislacchi lottatori contro i mulini a vento
Poesia e sentimento, adrenalina e vigore nell'omaggio a Fellini in scena al Municipale con la coreografia di Monica Casadei
piacenza - Ma davvero il visionario è l'unico realista? Fellini, proprio quel Fellini, il "talentaccio", era convinto di sì. La Casadei calza a pennello il monito. Chi parte in quarta contro i mulini a vento potrebbe essere un ottimo comico: i personaggi che la regista forgia guardando al maestro della Dolce vita potrebbero essere questi. I lottatori dei mulini a vento. Animaleschi, eleganti nella loro plasticità, quasi delle colombe che volano in un acquario di surrealità, corpi a mitraglia, grotteschi come un quadro di bagnanti degli anni '40: in una parola, bislacchi, titolo dello spettacolo sulle punte andato in scena al Teatro Municipale ieri pomeriggio, dopo un faccia a faccia tra la regista e coreografa Monica Casadei e il saggista Stefano Tomassini. Allucinogeni come un ritmo di mambo che si fa commovente pensando a Nino Rota e alle sue "colonne sonore" d'altri tempi. Quelle che da sole riempiono ogni spazio.
Monica Casadei cuce addosso a Chiara Ameglio, Pieradolfo Ciulli, Vittorio Colella, Gloria Dorliguzzo, Sara Muccioli e Emanuele Serrecchia la nuova produzione Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei, in coproduzione Festival VignaleDanza e in collaborazione con la Fondazione Federico Fellini di Rimini, CID-Centro Internazionale Danza di Parma e il contributo di ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna-Assessorato alla cultura e Cultura d'Europa, Provincia e Comune di Parma.
I bislacchi - omaggio a Federico Fellini andò in scena per la prima alla 22ª Feria Internacional del Libro de Guadalajara, in Messico, il 5 dicembre di ormai tre anni fa. Adesso - ed è un ritorno per la Casadei - calca le scene di Piacenza e porta poesia e sentimento, oltre a carica, adrenalina, equilibro, energia e vigore. Il fascino e l'umorismo felliniani si fanno a tratti amari e a tratti gustosi, tra il perfezionismo della tecnica e l'affanno del sentimento di questi artisti che, come equilibristi sulla fune, si muovono in bilico tra il teatro, la danza e l'acrobazia.
Prima parte. L'ispirazione è decisamente quella de La dolce vita, Casanova e Giulietta degli spiriti. Borghese e sinuosa, dai garofani rossi. Lo spettacolo è uno spettacolo nello spettacolo - Fellini, c'è da scommetterlo, lo avrebbe gradito - e prosegue con una vena circense, da clown. Alcuni tratti sono senza musica, la musica è quella dei suoni dei danzatori che sono sospesi nella loro maestria. Clown ma anche "bagnanti" di tanti anni fa, quelli che si sarebbero potuti incontrare nella Rimini che ha dato i natali a questo maestro indimenticato. Comico? Nel senso felliniano del termine sicuramente sì. Uomini maschera, donne burattino. Certo, dipende dal senso che si dà al comico. La Casadei porta in scena la commedia: spettacolari costumi e luci studiate ad hoc fanno brillare quei visi anche contriti, quei movimenti all'unisono che proiettano lunghe ombre sul fondo. È il dramma comune ad andare in scena, è l'umano fragile, "risibile" direbbe Fellini. È l'illusione del personaggi smontato. La magia nella musica, la magia nel gesto, la magia nel dettaglio. Tutto il resto è l'Uomo.
Elisa Malacalza