Sabato 2 Aprile 2011 - Libertà
Omeofest nel segno di Platone
Una lezione di Leoni sul mito di Prometeo ha aperto il festival. Il noto filosofo: «La virtù dell'uomo è la tecnica, un dono che lo differenzia dagli animali»
L'unico essere dotato di una predisposizione alla tecnica è l'uomo, caratteristica che lo pone su un gradino più alto rispetto agli altri animali. Ha viaggiato sulle ali del mito l'incontro inaugurale dell'Omeofest, il Festival dell'omeopatia e delle scienze umane "Il furto di Prometeo", la conversazione di Federico Leoni che si è tenuta ieri pomeriggio all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Leoni è un affezionato ospite dell'Omeofest, lo ha introdotto fin dall'edizione del 2008, dall'alto di un curriculum di ottimo livello. Laureato in filosofia teoretica, si occupa di fenomenologia francese e tedesca. Ha tenuto conferenze e seminari in varie Università ed istituti italiani e stranieri. Collabora stabilmente con numerose riviste e con le case editrici Einaudi e Feltrinelli per le quali ha curato numerosi volumi. Autore di numerose pubblicazioni e libri, la sua ultima opera "Habeas Corpus. Sei genealogie del corpo occidentale" è stata edita da Mondadori nel 2008. Attualmente svolge attività di ricerca all'università di Milano.
Esordisce così: «Il mito di Platone è uno dei primi a essere scritto e non più tramandato in maniera orale, questo è il primo motivo per cui oggi è ancora uno dei più conosciuti. Colpisce per i suoi contenuti, per la bellezza del testo, per un tratto di violenza, ma soprattutto perchè racconta dell'origine dell'uomo, dice qualcosa su tutti noi». Il dialogo è una delle opere giovanili di Platone, un teatro scritto non destinato alla scena, tra Socrate e il sofista Protagora, ovvero colui che è portatore di una cattiva sapienza. Leoni rilegge il mito alla sua maniera. La storia è quella di Prometeo ed Epimeteo, che ebbero il compito dagli dei di dare a ciascun animale le facoltà naturali. L'entusiasta Epimeteo si offre volontario di distribuire le caratteristiche a ogni essere, mentre il fratello si limita a controllare. Ogni animale doveva avere la giusta misura di ogni virtù: ad esempio più velocità agli animali piccoli e più forza a quelli grossi, per offrire un mezzo di sopravvivenza a tutte le specie.
Epimeteo non si rivelò saggio fino in fondo e quando tocca all'uomo non c'è più nessuna facoltà: ecco che il fratello gli arriva in aiuto con uno stratagemma, ovvero rubare il fuoco agli dei per darlo all'uomo. Per questo suo gesto viene punito per l'eternità. «Il punto d'arrivo però è la virtù dell'uomo, ovvero la tecnica - ha spiegato Leoni - è un dono che differenzia gli esseri umani dagli animali proprio perchè riesce ad avere il fuoco, nonostante la punizione che gli Dei infliggono al titano. Non a caso il nome del protagonista è appunto Prometeo, che significa colui che pensa prima degli altri».
Gabriele Faravelli